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Lavoro: Ipl Alto Adige, i più colpiti stagionali e stranieri

Lavoro

Lavoro: Ipl Alto Adige, i più colpiti stagionali e stranieri

"Senza divieto licenziamento e cig sarebbe stato peggio"

BOLZANO, 15 gennaio 2021, 10:53

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Nel 2020 sono venuti a mancare su base annua 'solo' poco più di 7.000 posti di lavoro dipendente.
    Ciò corrisponde a un calo del -3,5% rispetto al 2019. Senza il divieto di licenziamento e l'estensione della cassa integrazione, garantiti dallo Stato e dalla Provincia, la perdita di posti di lavoro sarebbe stata molto più drammatica".
    Lo afferma l'Ipl, analizzando i dati del 2020.
    "In media - prosegue la nota - il settore alberghiero e della ristorazione ha perso ca. 6.500 posti di lavoro (variazione: -22,4% rispetto al 2019), sacrificando in primo luogo i lavoratori stagionali (-36,0%). Escludendo questo settore, il numero di lavoratori dipendenti nell'economia altoatesina rimane praticamente stabile (-0,4%)". Dopo due buoni mesi (gennaio e febbraio) si sono registrati dieci mesi di andamento occupazionale negativo, seppure con intensità diverse. Ai mesi "più neri"- aprile (-6,6%), maggio (-6,4%) e giugno (-7,4%) - sono seguiti mesi estivi migliori. A settembre 2020 si era già quasi raggiunto il livello di occupazione dell'anno precedente.
    Dicembre invece è stato di nuovo un mese negativo importante (-7,8%).
    Secondo l'Ipl, la crisi ha inciso molto di più sui lavoratori a tempo determinato che su quelli con posto fisso. Mentre nel 2020 il numero di lavoratori a tempo indeterminato è addirittura lievemente cresciuto (+2,0%), quello dei lavoratori a tempo determinato ha subito un forte calo (-17,6%) in tutti i settori economici. Il crollo più forte è stato registrato nel settore alberghiero (-36,0%). Di fronte ad un calo dei lavoratori dipen-denti di cittadinanza italiana pari a solo al -2,0%, quello dei lavoratori stranieri ha raggiunto il -12,0%.
    Nel periodo gennaio-novembre 2020 in provincia di Bolzano sono stati autorizzati 18,6 milioni di ore di cassa integrazione, ovvero dieci volte tanto rispetto a quelle dello stesso periodo nel 2019.
   

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