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Pomodoro Borsa Montone, appello per recupero coltivazione

Pomodoro Borsa Montone, appello per recupero coltivazione

Mobilitazione produttori locali, Slow Food e Comune Cantagallo

CANTAGALLO (PRATO), 14 ottobre 2020, 16:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Al via un'operazione di salvaguardia e valorizzazione del pomodoro Borsa di Montone, varietà iscritta all'Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare come risorsa genetica locale a rischio di estinzione. Un appello per il recupero della coltivazione rivolto ad agricoltori e appassionati è stata lanciato stamani nel corso di un'iniziativa a Cantagallo (Prato), presenti Elisa Fabbri, assessore comunale all'ambiente e sostenibilità, Luisa Peris, fiduciaria della Condotta Slow Food di Prato, Simone Rossini ed Emilio La Corte, coltivatori-custodi locali impegnati nella salvaguardia della varietà, e Luca Mori della Regione Toscana.
    Il Borsa di montone, varietà antesignana del Canestrino, coltivata nella Valbisenzio fin dal Dopoguerra, rischiava di scomparire ed essere del tutto dimenticato, a coltivarlo erano rimasti solo pochissimi anziani appassionati. Tutto è partito dagli orti di due di loro: Amerigo e Ademaro. Negli ultimi cinque anni poi i produttori-custodi hanno recuperato e intensificato la coltivazione di questa varietà in agriturismo, proponendola ai loro ospiti. Recentemente la varietà è stata iscritta anche nel Repertorio regionale delle specie erbacee della Regione Toscana con indicazione della Valbisenzio come zona tipica di produzione.
    Si ipotizza - ma non ci sono conferme - che i semi del Borsa di Montone siano arrivati dalla Francia nell'immediato dopoguerra. Negli anni Settanta e Ottanta in Valbisenzio se ne coltivavano migliaia di piantine, vendute anche dall'agraria locale, che effettuava poi anche la commercializzazione dei pomodori. Era molto diffuso e conosciuto e coltivato ma poi è stato penalizzato e soppiantato da altri ibridi, più resistenti e performanti e dai frutti meno deperibili. Solamente alcuni amatori ne hanno continuato la coltivazione, conservando di anno in anno i preziosi semi.
   

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