(ANSA) - FIRENZE, 30 NOV - In Italia, nel 2018, l'incidenza
del virus dell'Aids, Hiv, è pari a 4,7 nuove diagnosi per
100.000 residenti: rispetto all'incidenza nell'ambito degli
Stati dell'Ue, il Paese si posiziona lievemente al di sotto
della media europea (5,1 nuovi casi per 100.000 residenti). Nel
contesto nazionale, la Toscana è la seconda regione ad avere
incidenza più alta (5,6 per 100.000 residenti), preceduta dal
Lazio (6,7). Le nuove diagnosi di Hiv del 2018 notificate in
Toscana (dati aggiornati al 30 ottobre 2019), sono state 218, in
diminuzione del 20% rispetto al 2017 (272). E quanto spiega la
Regione Toscana alla vigilia della Giornata mondiale Aids, ch
cade l'1 dicembre, rendendo noti i dati dell'Agenzia regionale
di sanità.
Sempre in Toscana il 78% dei casi notificati riguarda il
genere maschile: tra gli uomini i più colpiti hanno tra i 25 e i
44 anni, seguiti dai 45-64enni e dai giovani di età compresa tra
15 e 24 anni. Le donne sono leggermente più giovani dei maschi
alla diagnosi: la scoperta è spesso legata alla gravidanza,
grazie al fatto che il test per Hiv è uno degli esami previsti
nel libretto di gravidanza. Per le femmine si registrano i tassi
più alti nelle classi 15-24 e 25-44 anni. L'andamento dei casi
di Aids in Toscana è analogo a quello nazionale: si evidenzia un
incremento dell'incidenza dall'inizio dell'epidemia sino al
1995, seguito da una rapida diminuzione dal 1996 fino al 2000 e
da una successiva costante lieve diminuzione fino ad arrivare a
65 nel 2018 (dati aggiornati al 30 ottobre 2019).
La Regione sottolinea poi che "la maggior parte delle
infezioni da Hiv è attribuibile a rapporti sessuali non protetti
e che è alta e in costante crescita la percentuale di diagnosi
tardive: sono molte, dunque, le persone non consapevoli di aver
contratto il virus, che arrivano al test Hiv in uno stato di
salute già debilitato. In Toscana, il 23% dei pazienti è già in
Aids conclamato al momento della diagnosi di sieropositività".
"Non esiste ancora una cura in grado di guarire dall'Hiv - si
spiega ancora - ma, se l'infezione viene diagnosticata
precocemente, le terapie antiretrovirali disponibili offrono
un'aspettativa di vita paragonabile a quella della popolazione
generale".(ANSA).