(di Daniela Giammusso)
Con la campagna Turismo Made in
Italy, Airbnb, insieme a Cna -Confederazione Nazionale
dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa, vuole
promuovere l'artigianato di eccellenza attraverso la community
di host sul territorio, così da incoraggiare la dispersione dei
flussi turistici e aiutare il sostentamento dei distretti
tradizionali del saper fare italiano, a partire da Vicenza città
dell'oro, Caltagirone (TP) con le sue ceramiche coloratissime e
Volterra (PI) e la tradizione millenaria della lavorazione
dell'alabastro.
Ma chi sono gli host Airbnb, i veri ambasciatori di bellezza e
saper fare italiano tra i viaggiatori in arrivo da tutto il
mondo? Dagli ultimi dati Airbnb (aggiornati all'1 luglio 2023)
emerge che il 53% degli host sono donne, con la piattaforma che
diventa una importante opportunità di impulso all'occupazione
femminile.
Otto su 10, poi, hanno un solo appartamento in offerta. E più
del 40% di chi mette a disposizione un alloggio nelle principali
città d'arte dichiara di aver scelto la strada degli affitti
brevi perché teme, ha avuto danni o morosità con quelli a lungo
termine.
L'impatto economico? Nel 2021 quasi il 50% degli host ha usato i
guadagni degli affitti su Airbnb per coprire alcune spese di
base. Il 64%, invece, con quelle risorse ha ristrutturato o
ammodernato le proprie case. Ma l'80% degli host dichiara che
ospitare su Airbnb non è la propria occupazione principale,
confermando la funzione di sostegno al reddito di questa
attività.
E il futuro sembra promettere ancora nuove opportunità. Già nel
2022, infatti, si è registrato un aumento del 32% dei soggiorni
a lungo termine, con un trend in progressiva crescita, anno dopo
anno.
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