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Violenze contro operai tessili durante sit-in a Prato, 4 arresti

Procura, accusa di sfruttamento lavoratori svela ritmi disumani

(ANSA) - PRATO, 30 GEN - L'intervento della procura di Prato su un brutale episodio di violenza dell'11 ottobre 2021 per "sedare il tentativo di emancipazione sociale di un gruppo di operai pakistani" che rivendicavano i loro diritti sindacali porta ora agli arresti di quattro persone, due in carcere e due ai domiciliari, per sfruttamento della manodopera. L'indagine è stata coordinata dalla procura ma condotta dal gruppo Anti-sfruttamento della Asl Toscana Centro insieme ai carabinieri del Nil e ha rivelato, sottolinea il procuratore Giuseppe Nicolosi, "ritmi disumani, episodi di violenza, condizioni di lavoro insicure e falsi attestati di formazione" oltre a svelare "chi fossero i mandanti e alcuni degli esecutori materiali della violenta aggressione". Una illegalità diffusa di cui sono accusati una coppia di cinesi, quelli in carcere, e due fedelissimi collaboratori, uno anche prestanome di comodo.
    L'aggressione avvenne davanti ai cancelli della ditta Dreamland, in via Galvani, zona industriale Macrolotto 2, per una manifestazione sindacale promossa dai SiCobas finalizzata a far valere i diritti garantiti dalla Costituzione. Scattarono le indagini con intercettazioni telefoniche, analisi dei tabulati, testimonianze e filmati ed emerse una percentuale molto alta di operai 'a nero' o assunti con contratti part time da tre ore al giorno quando in realtà si lavorava sette giorni su sette per 13 ore al giorno, con retribuzione a cottimo tra 7 e 13 centesimi per capo tessile lavorato o forfettaria per meno di 3 euro all'ora. I lavoratori sfruttati risultano 20, cinesi e pakistani. La procura sottolinea la loro "debolezza tale da determinare un sostanziale atteggiamento di subordinazione totale nei confronti dei titolari" e, a contraltare, "l'indifferenza mostrata dagli indagati che hanno approfittato dello stato di bisogno delle vittime". (ANSA).
   

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