ROMA, 02 DIC - "Ho fatto a schiaffi
con me stesso e con le mie paure, ma soprattutto durante il
periodo della pandemia ho iniziato a capirmi, a guardarmi più a
fondo. Ora in qualche modo mi sono perdonato e ho raggiunto un
equilibrio". E intorno a questa "assoluzione" gira il nuovo
lavoro di Marco Mengoni, Materia (Terra), in uscita il 3
dicembre per Epic Records Italy/Sony Music Italy e che arriva a
più di due anni dal multiplatino Atlantico. Il disco è l'inizio
di un nuovo percorso, la prima tappa di un progetto più
articolato. "Materia si comporrà di tre album, ognuno dei quali
racconterà tre anime differenti, tre mondi sonori che tutti
insieme mi rappresentano dalle origini a quello che sono oggi".
Terra parte dalle origini e rivive ricordi, ascolti e
riflessioni del cantautore. Quel perdonarsi e andare avanti
attraverso i cambiamenti e prendendosi il giusto tempo per
disegnare un nuovo Mengoni, più adulto e consapevole di sé e
della propria musica per un disco che definisce "giusto". "Non
so se è perfetto o imperfetto, bello o brutto, ma so che è
giusto. Qualcosa cui non poter dire di no, come bere o mangiare.
E' stato un bisogno psicologico, per il quale non bastava
dedicare solo un disco. Anche se è fuori dalle logiche di
mercato del momento". In estate poi per Mengoni sarà la prima
volta negli stadi: il 19 giugno a Milano, il 22 a Roma. "Ci
stiamo lavorando, sul palco vorrei avere fino a 40 musicisti".
Intanto incombe il festival di Sanremo: "non metto limiti, ma il
mio calendario è piuttosto fitto. E per ora non ho ricevuto
nessuna proposta per andare".
FAS/ S0B QBXB
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