Riguardo al Mes, "l'assenza di
condizionalità, tranne quella sanitaria, decisa dal Consiglio
dei Governatori il 15 maggio, ha un fondamento giuridico e non
solo politico". Lo sostiene Stefano Ceccanti, costituzionalista
e capogruppo Pd in Commissione affari costituzionali, in un
articolo per il Riformista. "Quindi - spiega - non è che la
politica abbia derogato ai Trattati, sono i Trattati che già
consentono questa flessibilità."
"Trattandosi di accordo bilaterale - continua - esso non appare
poi suscettibile di revisione unilaterale. Ma c'è di più, oltre
a questa riflessione giuridica. Il 15 maggio, come già
segnalato, il Consiglio dei Governatori del Mes ha già approvato
nella sua autonomia la linea di credito anti Covid, Pandemic
Crisis Support, che ha caratteristiche ben precise, ossia la
sola condizione relativa alla natura sanitaria delle spese da
sostenere. Qualsiasi Stato decida di fare un contratto su quella
linea di credito, la sottoscrive come tale. Come per qualsiasi
contratto di credito, è semplicemente inimmaginabile che il
creditore si inventi poi clausole sul debitore non presenti al
momento della firma del contratto stesso. Di fronte a qualsiasi
tribunale, subirebbe perdite certe".
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