Più di 2000 iscritti e 100 tavoli di
confronto in altrettante località. Tutti insieme per scrivere il
'programma' del turismo in casa e proporre un patto per la
sostenibilità alla politica. Dicendo sì al codice identificativo
unico anti-abusivi e chiedendo meno burocrazia. Sono i primi
risultati di 100 case 100 idee, il primo grande evento
partecipativo diffuso che da Milano a Roma, passando per borghi
e provincie, ha riunito oggi il popolo degli degli host di
Airbnb. Una sorta di "primarie dell'ospitalità", per fare il
punto del settore rivendicando il proprio diritto alla
rappresentanza e a diventare un interlocutore stabile di governo
e amministrazioni pubbliche. "Un evento partecipativo grande e
diffuso come questo non credo si sia mai visto nel nostro Paese
- dice Giacomo Trovato, Country Manager di Airbnb Italia - Solo
in Italia, negli ultimi 3 anni i pernottamenti di turisti
internazionali sono cresciuti di 24 milioni: se è stato
possibile sostenere questa crescita, è anche grazie al turismo
in casa. In questo contesto, gli host sono coinvolti in prima
persona come ambasciatori del territorio, e oggi si impegnano
per portare un messaggio fatto di proposte per tracciare la
rotta verso un futuro dell'ospitalità più sostenibile e più
responsabile". Con 200 mila host registrati, 450mila annunci e
11 milioni i viaggiatori che negli ultlimi 12 mesi da tutto il
mondo hanno soggiornato in Italia con Airbnb (+19%), sul tavolo
di 100 case 100 idee oggi sono arrivati temi come rispetto
dell'ambiente, pagamenti digitali e il "si" all'adozione di un
codice identificativo unico per la ricettività, unito però a
semplificazioni burocratiche. Il programma frutto dei lavori
della giornata diventerà ora la base per un Manifesto per il
Governo e proposte concrete per le singole città.
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