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Sport: Tranquilli, 2 settimane di allenamento per ripartire

Sport: Tranquilli, 2 settimane di allenamento per ripartire

Medico sportivo ex azzurro: ma attenti a effetti psicosomatici

ROMA, 02 aprile 2020, 13:48

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Quando il calcio ripartirà, "due settimane di allenamento per tornare a una forma ottimale saranno sufficienti", ma attenti anche alle conseguenze psicosomatiche del lungo periodo di quarantena. All'indomani dello stop agli allenamenti degli atleti professionisti deciso dal nuovo decreto della presidenza del consiglio, è Carlo Tranquilli, ex direttore dell'Istituto medicina sportiva e medico della Figc, ora presidente dei medici sportivi del Lazio, a fare il punto su cosa dovrà succedere quando il calcio ripartirà.
    La prima questione è come allenarsi senza rischi. "Quando questo accadrà, ammesso che possa accadere, prima che il virus sia completamente scomparso dall'orizzonte, un medico non potrà permettere a un atleta di tornare in campo senza la certezza che l'atleta non sia infetto- dice Tranquilli".
    La ripresa delle attività comporta soluzioni da trovare, anche a lungo termine perchè emerge chiaramente che "con la circolazione del virus bisognerà fare i conti a lungo, anche dopo la ripresa"; secondo Tranquilli "per gli atleti e gli altri lavoratori che potrebbero essere costretti a lavorare non rispettando il distanziamento occorrerà avere a disposizione un test rapido".
    "Gli atleti a casa non si stanno comportando come se fossero in vacanza, pur essendo sostanzialmente a riposo; devono osservare un programma di mantenimento con intensità e volume di lavoro per mantenere un livello sufficiente di performance. Devono stare attenti a seguire un regime nutrizionale bilanciato e tarato sul notevole abbassamento del dispendio energetico.
    Quando si deciderà la ripresa - specifica Tranquilli -, come ha di recente rimarcato anche Vincenzo Pincolini, un paio di settimane saranno più che sufficienti per raggiungere la forma ottimale".
    Ma la forma fisica non è l'unica incognita: "Bisogna invece porre molta attenzione ai risvolti di questo strano periodo di riposo sulla sfera psichica - fa notare Tranquilli - L'alterazione dello stato dell'umore legato alla forzata segregazione in ogni persona, atleta o non atleta che sia, può portare a disturbi psicosomatici anche gravi ".
   

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