"Mi sono offerto volontario per
aiutarli, visto che non avevano proprio nulla e dormivano sui
cartoni. Non sono qui per combattere una guerra morale, sociale,
di razza o colore. Ho inviato il denaro necessario affinché
abbiamo un tetto sotto cui dormire, da mangiare e vestiti
puliti".
L'ex attaccante della Lazio Keita Balde, nato in Catalogna ma
di origini senegalesi (infatti gioca nella nazionale del paese
africano), annuncia su Instagram di aver vinto la sua personale
battaglia contro razzismo e pregiudizi, e di aver trovato un
tetto ai 200 braccianti senegalesi ai quali a Lerida, in Spagna,
era stato detto di no da vari alberghi che non avevano voluto
ospitarli nonostante l'ex biancoceleste si fosse offerto di
pagare tutte le spese. Ora, invece, per 90 di questi lavoratori
stagionali, fa sapere il 25enne Keita Balde, una soluzione è
stata trovata.
Nei giorni scorsi, dopo che varie strutture avevano rifiutato
i lavoratori di colore, il calciatore si era sfogato via social
spiegando di stare lottando "per procurare un tetto a chi non lo
ha. Siamo in un sistema sgradevole e brutto, in cui affittare
una casa o altro genera problemi per il colore della pelle o per
il fatto di essere di un altro Paese. Non mi arrenderò e
manterrò la mia promessa costi quel che costi! Vi chiedo un po'
di pazienza e forza". "Abbiamo offerto di pagare in anticipo
l'alloggio per 4 mesi - aveva spiegato -ma la maggior parte di
ostelli, hotel e alberghi si sono rifiutati per la provenienza
delle persone. E' un chiaro caso di razzismo". Ora però Keita
Balde, attualmente al Monaco, ce l'ha fatta, e i suoi
connazionali avranno un tetto.
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