Duecento miliardi di buone ragioni
per ripartire. Se il campionato italiano di calcio stima che uno
stop definitivo sarebbe costato 700 milioni di euro, come ha
sottolineato il presidente Figc, Gabriele Gravina, l'Europa
intera accoglie la ripresa dei campionati professionistici come
una buona notizia, e non solo agonistica. "Non è azzardato dire
che oggi la stima possa aggirarsi intorno ai 200 miliardi" di
valore aggiunto lordo per l'industria sportiva, dal campione
all'indotto turistico, spiega l'avvocato Michele Briamonte,
giureconsulto applicato a economia, lavoro e sport.
Ripartire, dunque, vuol dire rinunciare a qualcosa come
portatori di interessi particolari sapendo che queste
"momentanee esternalità negative saranno ampiamente compensate
dal vantaggio generale di riavviare la macchina sport" che, come
testimoniano i più recenti studi, nel 2014 contribuiva con 174
miliardi di euro al valore aggiunto lordo dell'UE. Macchina
della quale il calcio è il principale volano.
E' a metà tra l'esortazione e l'appello il pensiero che
l'avvocato Briamonte dedica agli attori del pallone che sta per
ricominciare a girare, con l'imminente ripartenza della Serie A,
"e che potrà fare da innesco ad un circolo virtuoso di introiti
che va ben oltre le necessità del singolo" spiega all'ANSA. Per
il momento anche senza pubblico negli stadi, "dato che la
vendita dei biglietti è da tempo una voce minoritaria nelle
entrate dei club".
Il ritorno dei giocatori e delle partite vere valgono "qualche
sacrificio", che per le società potrebbe tradursi in una
limatura dei diritti tv e per i broadcaster nella trasmissione
in chiaro dei gol, come richiesto dal ministro Spadafora per
evitare assembramenti nei locali pubblici e depotenziare il
rischio di contagio.
"Le correlazioni economiche sono molto forti. Considerata
l'intera filiera, dal turismo alle infrastrutture come alberghi
e stadi, dal betting ai servizi finanziari e ricreativi, dal
merchandising al nutrizionismo si arrivava alla cifra di 173,86
miliardi di euro - sottolinea Briamonte - e non è azzardato dire
che oggi la stima possa aggirarsi intorno ai 200 miliardi".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA