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La parola della settimana è clima

La parola della settimana è clima

22 settembre 2019, 17:53

Redazione ANSA

ANSACheck

Global Climate Strike in Kenya © ANSA/EPA

Global Climate Strike in Kenya © ANSA/EPA
Global Climate Strike in Kenya © ANSA/EPA

Da un anno è entrata prepotentemente nelle nostre case e nei nostri discorsi soprattutto grazie ai ragazzi. Stiamo parlando della parola clima riportata sotto i riflettori grazie all'impegno dell'attivista Greta Thunberg. E, comunque la si pensi su questa giovane svedese, è innegabile che sia già riuscita in un primo obiettivo: imporre, anche a livello politico un tema rimasto purtroppo sempre troppo marginale nelle scelte dei potenti. Attorno alla sua figura il 20 settembre si sono radunati i giovani di tutto il mondo nel più grande sciopero per il clima di tutti i tempi che ha portato nelle strade centinaia di migliaia di persone.

Il clima deriva dal latino e significa 'inclinazione della terra dall’equatore ai poli', quindi 'spazio, regione, zona geografica'. In geografia fisica indica dunque il complesso delle condizioni meteorologiche (temperatura, pressione atmosferica, umidità atmosferica, ecc.) che caratterizzano una regione o una località e che sono determinate da fattori ambientali. Ma non solo.

Molto è legato anche alle scelte fatte dalla politica e dalla società. Per questo i giovani si rivolgono ai potenti chiedendo a gran voce un cambio di passo

E qualcosa sembra muoversi se, nel giorno dello sciopero green, Berlino vara un pacchetto di 100 miliardi per per il 'pacchetto clima' (bocciato però dall'organizzazione di Friday for Future).

E se 32 capi di Stati hanno recentemente firmato una dichiarazione in occasione del Climate Action Summit dell'Onu. Che recita: "Sulla base delle competenze scientifiche e dei mezzi finanziari che il mondo ha oggi, abbiamo l'obbligo collettivo nei confronti delle generazioni future di fare tutto ciò che è umanamente possibile per fermare i cambiamenti climatici e adattarsi ai loro effetti avversi, nel rispetto dell'esigenza di una giusta transizione delle nostre società".

Ma moltissimo di questa transizione verso un mondo più green è già provocato dai ragazzi, attenti al riciclo, alla provenienza delle materie prime, al rifiuto della plastica usa e getta, all'impronta ambientale dei loro comportamenti, 'nativi ecologici' oltre che nativi digitali. Ad esempio, la Generazione Greta usa il motore di ricerca Ecosia: esiste dal 2009 ma solo ora sta conoscendo grande diffusione; si usa al posto di Google o Yahoo e permette di riforestare il pianeta semplicemente facendo ricerche su internet. Lo ha inventato in Germania Christian Kroll e dichiara di donare l'80% dei proventi ricavati dalla pubblicità online per sostegno a programmi di riforestazione. A fine agosto con gli incendi in Amazzonia ha avuto il boom di download dei ragazzi.

L'attivismo nel 2019 passa necessariamente per il digitale, ma non solo. Ci sono anche gesti concretissimi come il passaggio dalle bottigliette di acqua minerale alle borracce di alluminio, adottate in molte scuole, dagli universitari della Bocconi ai liceali del Manara a Roma, che si sono anche autofinanziati per realizzarne tutte uguali, con il logo dell'istituto.

Anche in Italia, dunque, si cerca una svolta ma la rivoluzione green - almeno a livello politico - sembra destinata ad attendere ancora. E' di questi giorni la notizia del rinvio (si spera breve) del decreto legge sull'emergenza climatica, che il ministro dell'Ambiente Sergio Costa voleva far approvare in Consiglio dei ministri, come primo atto "verde" del nuovo governo. Il nodo, come in molti casi, è quello delle coperture. Il decreto prevede una serie di provvedimenti che, direttamente o indirettamente, riducono le emissioni di gas serra: i più importanti sono un taglio del 10% dal 2020 ai sussidi ai carburanti inquinanti (in particolare per l'autotrasporto e l'agricoltura), bonus di 2000 euro a chi rottama un'auto dalla classe Euro 4 in giù, sconto del 20% su detersivi e alimentari sfusi (per ridurre gli imballaggi). Il ministro assicura comunque che se ne riparlerà a breve. 

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