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India - Corsa ai posti letto a Delhi, sanità della capitale al collasso

India - Corsa ai posti letto a Delhi, sanità della capitale al collasso

14 giugno

NEW DELHI, 20 giugno 2020, 17:09

Redazione ANSA

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Corsa ai posti letto a Delhi, sanità della capitale al collasso © ANSA/EPA

Corsa ai posti letto a Delhi, sanità della capitale al collasso © ANSA/EPA
Corsa ai posti letto a Delhi, sanità della capitale al collasso © ANSA/EPA

L'attività ferve su alcuni binari morti della stazione di Anand Vihar, a Delhi, dove 500 carrozze apriranno tra pochi giorni le porte per accogliere 8000 ammalati di coronavirus. Le Ferrovie Indiane hanno accettato infatti di mettere a disposizione dell'amministrazione della capitale 50 dei 500 treni speciali destinati, in tutto il paese, a diventare cliniche su rotaie. È solo uno degli ultimi esempi della corsa disperata ai posti letto del governatore Arvind Kejriwal che ha già requisito, tra l'altro, come strutture riservate al Covid-19, tutte le cliniche che hanno dai dieci ai cinquanta letti. Una corsa contro il tempo, perché nell'ultima settimana l'aumento esponenziale dei casi e delle morti, (più di mille nuovi positivi al giorno e 1200 vittime, su un totale di 39.000 casi), ha messo in evidenza l'estrema a debolezza del sistema sanitario: in questa città di quasi sedici milioni di abitanti i posti per il Covid-19 negli ospedali pubblici sono appena 8050 e quelli nelle cliniche private 1441. Il caos sembra essere la nota dominante della gestione dell'emergenza. Sui media appaiono quotidianamente storie di pazienti costretti a peregrinare da un ospedale all'altro, e molti denunciano che anche nelle strutture private dove, secondo la app del governo risultano ancora letti liberi, gli ammalati vengono vengono rifiutati con la scusa che la struttura è al completo. Nonostante i costi stellari dei ricoveri nelle strutture private: una giornalista dell'Indian Express che, dopo due giorni disperati di "caccia al tesoro" è riuscita a far ricoverare il marito gravemente ammalato, racconta della guarigione, ma anche di un conto di 6.250 euro per due settimane di ricovero. Chi può, si organizza per trattamenti e kit fai-da-te: le RWA, Resident Welfare Association, le associazioni dei residenti attive in quasi tutti i quartieri abitati dalla classe media, stanno acquistando all'ingrosso bombole di ossigeno e kit per il controllo della saturazione del sangue, ausili di cui fare un uso "comunitario", per le persone più a rischio. 
   

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