La battaglia contro l'epidemia di COVID-19 parte male, in Russia. Un funzionario, membro dell'apparato del governo russo, sarebbe infatti risultato positivo al coronavirus. L'indiscrezione è stata pubblicata dalla testata online Meduza e, al momento, non trova conferme ufficiali.
Ma il funzionario, ha detto una fonte interna al governo, è stato trovato positivo il 25 marzo: sarebbe un asintomatico e dal 26 marzo si è posto in autoisolamento. Detto questo, non è stata decretata la quarantena per il palazzo del governo (ci mancherebbe) e la riunione di gabinetto del 26 marzo si è tenuta come di consueto.
"Non tutti i contatti del malato sono stati controllati, per qualche motivo", ha detto ancora la fonte precisando che la diagnosi esatta non si fa con un solo test. "Finora siamo al solo sospetto". Se la circostanza fosse confermata, però, rappresenterebbe una seria breccia al firewall costruito intorno ai vertici russi, col rischio di risalire la catena di comando fino al presidente Vladimir Putin in persona. Certo, al momento si tratta solo di speculazioni: la fonte di Meduza non dice quale ruolo avesse il funzionario nell'organigramma di governo, ovvero se fosse a contatto con ministri e premier - eppure il dubbio ora aleggia.
Giusto ieri Putin aveva messo in guardia il popolo russo: "Non pensate - ha detto - che questo non possa toccare a voi".
Un avvertimento che vale per tutti, potenti del pianeta compresi. In questo il coronavirus si sta dimostrando democratico. Dal canadese Justin Trudeau, in quarantena poiché la moglie è positiva, ad Angela Merkel, isolata perché ad essere stato contagiato era il suo medico. Da Donald Trump, costretto a fare il test (negativo), al principe Carlo, malato per davvero.
Nelle grandi crisi il ritornello è sempre 'siamo tutti sulla stessa barca'. E questa volta pare vero.