"La Via della seta è una grandissima opportunità. Chiaramente anche un rischio perché la Cina è una nazione enorme e potente con politiche piuttosto aggressive, ma non ci si può chiudere, bisogna cercare di cavalcare e gestire il fenomeno". E' la posizione degli spedizionieri genovesi sintetizzata dal presidente di Spediporto Alessandro Pitto sul tema che continua a far discutere dopo la firma del memorandum di intesa fra Roma e Pechino.
"Si tratta di un'opportunità concreta per l'Italia, collocata per sua fortuna in una posizione strategica non solo per la possibilità di diventare un partner di riferimento per la distribuzione delle merci asiatiche, ma anche per raccogliere i manufatti europei destinati ad essere esportati" ha spiegato Pitto in occasione dell'assemblea pubblica di Spediporto "Webridgeworlds". Per avere un quadro indicativo, i dati dicono che oggi l'export delle imprese italiane vero i 65 Stati coinvolti dall'iniziativa della Via della Seta è cresciuto dai 40 miliardi di dollari del 2000 ai 128 miliardi del 2017 e le stime sono di un aumento a 150 miliardi nel 2022. Un'opportunità che il porto di Genova ha colto con una serie di accordi.
"Al momento sono come bulbi, mi auguro possano diventare fiori debitamente annaffiati - chiosa il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti - il che non vuol dire che si sia ceduto alcunché della nostra sovranità di cui siamo molto gelosi".
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