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Salute cittadini e rischio territorio, arriva app salva-vita

Al lavoro il neo laboratorio IC2 Lab Ancona

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Un'app salva-vita per la sicurezza delle persone in campo sanitario che punta a offrire una stima del livello di rischio di una determinata area geografica, incrociando le segnalazioni volontarie dei cittadini con quelli delle fonti di informazione aperte. La sta mettendo a punto Luca Faramondi, PostDoc Fellow at Complex Systems & Security (COSERITY) Lab Unità di Ricerca di Automatica, Università Campus Bio-Medico di Roma, insieme con il Laboratorio IC2 Lab di Ancona, di cui è direttore Marco Santarelli, Responsabile Ricerca Innovativa e Sperimentale.
Si tratta di un sistema di valutazione della salute territoriale che prevede una 'collaborazione attiva e consapevole' da parte dell'utente, dal momento che i dati vengono segnalati e vengono inviati volontariamente.
"Le applicazioni mobili orientate alla sicurezza del cittadino e la grande diffusione di smartphone sul territorio - osserva Luca Faramondi, assegnista di ricerca presso il Campus Bio-Medico - rappresentano, soprattutto in questo periodo, una grande opportunità da sfruttare per incrementare il livello di sicurezza. Questi dispositivi costituiscono una infrastruttura distribuita in grado di fornire informazioni di qualsiasi genere, ovviamente rispettando la privacy, l'anonimato e, soprattutto, la volontà di condividerle dell'utente".
La privacy è tutelata a tre livelli, spiega IC2 Lab: non c'è acquisizione automatica di dati dell'utente, anche perché è l'utente a compilare un form con le informazioni che intende condividere, posizione geografica compresa; i dati vengono inviati all'interno della segnalazione dell'utente (data, ora, luogo, tipologia evento, descrizione, foto) in maniera completamente anonima; un algoritmo, a regime, (attualmente personale dedicato) verifica che i contenuti di ogni segnalazione rispettino pienamente le regole sulla privacy, come per esempio il controllo della presenza di dati sensibili nelle descrizioni dell'evento o la presenza di volti o altre indicazioni suscettibili nelle foto allegate dall'utente.
"I dati ottenuti, elaborati in modo adeguato, porteranno allo sviluppo di un nuovo modo di gestire la sicurezza in cui ogni utente potrà fare la sua parte - continua Faramondi - l'obiettivo è unire questi dati con quelli acquisibili da fonti aperte, come testate giornalistiche, avviando un processo di aggregazione intelligente che permetterà di stimare il livello di rischio di una determinata area del territorio. Le competenze del laboratorio di Sistemi complessi e sicurezza del Campus Bio-Medico di Roma, nel campo dell'Homeland security e nello studio di sistemi distribuiti, completeranno il processo di integrazione delle informazioni".
Inoltre, lo sviluppo di questo tipo di applicazioni mobili può aiutare a rafforzare uno degli ambiti che per esempio con l'emergenza coronavirus si sono mostrati più deboli: il dialogo tra cittadini ed istituzioni. Ed è per questo, conclude Faramondi, che deve anche essere intesa come "l'opportunità di realizzazione di un canale diretto per le comunicazioni tra ente territoriale e cittadino; un canale sicuro ed affidabile esente da fake news e di fondamentale importanza per fronteggiare situazioni di emergenza come quella che stiamo vivendo".

In collaborazione con:
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