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Marco Santarelli

IC2 Lab: un laboratorio per diventare “sentinelle della sicurezza e del bene comune”

Roma ANSAcom

Marco Santarelli è Capo Dipartimento di Scienze dell'Uomo e Sociali, Responsabile Laboratorio IC2 Lab - Laboratorio Intelligence, Complexity e Communication, Membro del Comitato Scientifico, Artistico Socioculturale e Dipartimentale per la Cibernetica, Presidente della Commissione Ricerca e Docente di Design Management in Poliarte - Politecnico delle Arti Applicate all'Impresa.
Aree di ricerca: Analisi delle Reti, Infrastrutture Critiche, Intelligence, AI.
Direttore Scientifico di ReS On Network di Londra e Fondazione Margherita Hack; Docente universitario di Intelligence, Big Data e Data Sciences, Teoria delle Reti, Cibernetica, Analisi Predittiva e Human Intelligence. Associato di ricerca per enti di ricerca internazionali, tra cui LEI, Lithuanian Energy Institute. Program Manager del mercato idroelettrico internazionale. Già Manager Enel Holding e Associato di ricerca CNR.
Coautore di Margherita Hack per dieci anni (3 libri insieme: “Sotto una cupola stellata”, Einaudi, Torino, 2012, “Diario di un incontro”, Zikkurat Ed. & Lab., Roma/Messina, 2010, “L'Aquila volta la carta”, Arkhè, 2010).
Tra le pubblicazioni più importanti "Hydrogeological disasters and risks prevention and management" (ENEFM - International Congress on Energy Efficiency and Energy Related Materials 2019, Turchia), "The Sensitive Future" (3rd International CBRNe Workshop 2016, Roma), "The Smart-Green Recycling" in Environmental Engineering and Management Journal, Vol. 8, 16/2017, "Infrastrutture critiche, ecco le nuove sfide per l’intelligence" (Agenda Digitale, 2019), "Infrastrutture: la resilienza non basta, occorre una teoria della prudenza" (2018 - Gli Stati Generali), "Prevenzione e gestione dei rischi e dei disastri idrogeologici" (Ecomondo 2019). Data Scientist e divulgatore scientifico per Il Messaggero e tv e media nazionali. 

IC2 Lab: un laboratorio per diventare “sentinelle della sicurezza e del bene comune”

Già nel 2013 sostenevo che la società in cui viviamo, società di conoscenza e informazione, dovrebbe prevenire le epidemie perché ha gli strumenti per farlo.
La tipicità della società dell'informazione è essere una rete interconnessa, quindi abbiamo i mezzi per contrastare il diffondersi di virus e batteri. I decreti degli ultimi giorni sembrano proprio abbracciare ciò che la scienza delle reti e tecniche di Intelligence predittiva dicono da tempo: le epidemie si sviluppano in modo repentino e condividono lo stesso fenomeno di diffusione che può consistere in una mobilità esasperata oppure in una gestione inadeguata di passaggi tra reti sociali.
In futuro per evitare questa mancanza di lungimiranza su effetti e avvisaglie ancora lontane, dovremmo iniziare a circoscrivere, rintracciare e mappare il nostro grado di esposizione nella realtà anche attraverso la digital transformation, 5G e strumenti innovativi.
Questo si può fare grazie a un lavoro che mette insieme sfide future, rischi e opportunità. A questo scopo è nato il laboratorio IC2Lab - Intelligence, Complexity and Communication, in seno a Poliarte – Politecnico delle Arti applicate all’Impresa di Ancona e in collaborazione con ReS On Network – Intelligence and Global Defence, hub research di Londra, la Fondazione Margherita Hack, Evodigitale, Biotai, ATROMG8, Foodchain e Quadrans Foundation, con un programma di ricerca denominato “The Sensitive Future”, che si alimenterà delle idee di specialisti di varia estrazione provenienti da tutto il mondo. Un’attenzione verso una tendenza, seppur piccola, a tirare fuori una percentuale di predittività verso il futuro. Ovvero, attraverso progetti e collaborazioni scientifiche, si cercherà di generare la consapevolezza, speriamo sempre più concreta, di vivere oggi in una società seriamente complessa che richiede un nuovo ruolo dell’intellettuale. Questo per cercare figure che non siano chiuse in un unico ambito, ma che si aprano al dialogo tra discipline. Ovvero trasversalità a tutti gli effetti.
Il Laboratorio, di cui sono responsabile e la cui supervisione è affidata al Direttore di Poliarte Prof. Giordano Pierlorenzi, avrà al suo interno diversi dipartimenti: Data Science e Innovation Technology, Filosofia delle Interazioni e Relazioni (Logica e Filosofia della Scienza), Ergonomia, Psicologia Sociale e del lavoro, Sicurezza e Intelligence sociale, e un dipartimento di artisti, innovatori e visionari che daranno la spinta creativa e comunicativa ai progetti. Questo per capire, imparare a leggere ed interpretare i numeri non solo secondo principi matematici e fisici, metodi consolidati nel tempo, ma anche in chiave di intelligence e di possibilità future, dando supporto agli addetti della sicurezza per una Difesa sempre più globale, in collaborazione con vari ministeri della difesa internazionali. In ogni gruppo di lavoro gli specialisti dovranno avere queste skill in modo da andare oltre i semplici grafici, attraverso analisi predittive, basate sui dati aggregati utilizzando statistiche, strumenti di curve fitting o tecniche di machine learning, a delimitare zone di “potenziale rischio” per evitare un “effettivo rischio”. Questo approccio ci consente di mettere insieme modelli di esperti di tutto il mondo che ci aiutano a capire il concetto di sicurezza per poi delimitare il problema, prevenirne alcuni aspetti dannosi e applicare la cosiddetta Business Continuity e Crisis Management. Che sia esso un virus o un evento criminoso o intelligence ambientale applicato a grandi opere, cantieri e servizi.
Questo darà la spinta finale ai tre topic e mestieri del futuro, che sono, partendo dai primi due, la Finanza applicata al business, dove scompariranno contanti e moneta corrente e avanzerà sempre più il concetto di cripto-moneta, e la Security condivisa, in cui l’aspetto fisico verrà ad incontrarsi con l’aspetto relazionale, cioè si attiverà una collaborazione netta tra quella che viene denominata indagine informatica, che va dalla Cybersecurity alle frodi on line fino all’analisi da fonti aperte, quello che svolgono la OSINT, Open Source Intelligence, e la SIGINT, Signals Intelligence, e l’analisi da fonti relazionali, la HUMINT, Human Intelligence, consistente appunto nella raccolta di informazioni per mezzo di contatti interpersonali, che deve cambiare approccio e diventare la possibilità logica del pensiero (in base anche a cosa cambierà in futuro sui nostri contatti). Un approccio più legato al concetto di sentinella del dovere, in cui la capacità umana dovrà andare di pari passo con quella tecnica. Bisognerà organizzare dei modelli di comunità condivisa e questo dovrà uscire non solo dagli studi degli esperti, ma anche dai creativi e visionari. In tal senso stiamo sviluppando, ad esempio, un’app che mette insieme aspetti di geolocalizzazione, dati da piani di emergenza e aspetti real-time, che si alimenta anche grazie alle segnalazioni dei cittadini. Una collaborazione totale. L’app è sviluppata insieme al Campus Bio-Medico di Roma e al Prof. Luca Faramondi, che si occupa prevalentemente di Homeland Security.
Per finire, il terzo topic è la sfida maggiore del laboratorio che sarà quella di mappare tutte le tecnologie che intendono proteggere e agevolare la vita delle persone attraverso il 5G, Blockchain e Innovazione digitale applicata al monitoraggio delle persone e al riconoscimento facciale, delimitando una netta separazione tra la nostra privacy e tecnologie davvero utili contro atti criminosi.
Marco Santarelli

In collaborazione con:
Res On Network

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