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Giovanna d'Arco e il coraggio di rompere le regole

Storia della Pulzella d'Orléans al grattacielo Intesa Sanpaolo

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 Se c'è una figura femminile che ha infranto tutte le regole del suo tempo è Giovanna d'Arco, protagonista della seconda lezione di Alessandro Barbero al Grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino. Dopo Caterina da Siena, il docente di Storia medievale all'Università del Piemonte Orientale ieri ha tracciato il ritratto di un'altra donna emblematica per il suo coraggio. L'occasione è il ciclo di incontri del calendario culturale del Grattacielo, per la quinta edizione interamente in streaming sul sito del gruppo Intesa Sanpaolo.
La Pulzella d'Orléans ha rotto prima di tutto le regole che riguardavano le donne. "Dovevano portare abiti femminili, capelli lunghi e non andare in battaglia, perché quelle erano cose da uomini - ha raccontato Barbero - Eppure Giovanna, ispirata da Dio, convinta di essere stata scelta per salvare il regno di Francia dai nemici inglesi, ha capito che per raggiungere il suo obiettivo doveva vestirsi da uomo, tagliarsi i capelli, convincere il re a darle un cavallo e un'armatura per mettersi alla testa di un esercito".
Era l'inizio del 1400, il momento più drammatico per i francesi che durante la guerra dei Cento Anni avevano dovuto cedere agli inglesi buona parte del loro regno. Lungo la Loira resisteva Orléans, sotto assedio, mentre parte dei francesi, i "borgognoni", si erano schierati con gli occupanti.
Giovanna, contadina di un piccolo villaggio della Lorena, inizia a raccontare che l'arcangelo Michele le ha ordinato di guidare l'esercito alla vittoria, cacciando il nemico dalla Francia per riconsegnarla al re. Una stranezza che in epoca medievale non era però così rara: di tanto in tanto a corte si presentavano donne che asserivano di essere profetesse e venivano sottoposte alle verifiche di esperti e teologi.
Per Giovanna sono i primi due ostacoli da superare: convincere la famiglia a lasciarla partire e la commissione di dotti della verità del suo racconto. Ci riesce solo grazie a una straordinaria determinazione. Dopo un ultimatum mandato agli inglesi parte alla riconquista di Orléans, riesce a rompere l'assedio della città e ricacciare gli inglesi, infliggendo loro una pesante sconfitta a Patay.
Quando Carlo VIII è incoronato re di Francia a Reims, al suo fianco c'è la pulzella d'Orléans, con un'armatura degna di un principe e lo stendardo che aveva portato con orgoglio in battaglia.
Ma la gloria è un'illusione. Durante un'incursione Giovanna viene catturata dai borgognoni e ceduta agli inglesi. Sono loro che la fanno processare dall'inquisizione a Rouen: un collegio giudicante di 131 persone scandaglia ogni aspetto della sua vita, partendo, naturalmente, dall'insistenza nel portare abiti da uomo. "Eppure Giovanna non aveva mai rinnegato il fatto di essere una donna e dalle donne era seguita e ammirata", fa notare Barbero. Verrà riconosciuta colpevole di eresia e bruciata sul rogo il 30 maggio del 1431, ma il suo mito resiste ancora oggi. Il suo nome è stato riabilitato in un secondo processo, vent'anni più tardi e nel 1909 Giovannna d'Arco è stata beatificata da papa Pio X. 

In collaborazione con:
Intesa Sanpaolo

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