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  • Cafà, appello per i Coronabond, solo così salviamo le Pmi
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Cafà, appello per i Coronabond, solo così salviamo le Pmi

Lettera alla Merkel, non c'è più tempo, serve solidarietà

ROMA ANSAcom

La risposta alla crisi del Coronavirus deve essere immediata e solidale. Per salvaguardare il futuro di tantissime piccole e medie imprese europee non c'è più tempo. Con questa convinzione, il presidente dell'associazione datoriale Cifa Italia e del fondo interprofessionale Fonarcom ha scritto una lettera alla cancelliera tedesca Angela Merkel per chiedere il suo via libera all'emissione temporanea di Eurobond.

"Mi permetto di lanciare un accorato appello all'Unione Europea", scrive Cafà nel suo messaggio, diventato una petizione su Change.org che ha raccolto le adesioni di imprenditori, professionisti e lavoratori. "Occorre immettere subito nuove risorse nel mercato - si legge nel testo - attraverso l'emissione solidale e temporanea di Eurobond rafforzando così il ruolo centrale dell'Europa. Saranno salvaguardati milioni di posti di lavoro e sarà assicurata la tenuta produttiva e industriale di quelle piccole e medie imprese italiane ed europee che rappresentano la maggiore forza economica del nostro continente".

La crisi legata alla pandemia rischia, per la Cifa, di trasformarsi in una lunga e profonda recessione con gravi conseguenze sociali, e la reazione europea deve essere una "solidarietà intelligente e reciproca" che segni una "svolta epocale, anche nei rapporti tra Paesi dell'Unione". La lettera alla Merkel è nata - spiega Cafà - dalla consapevolezza che "il tempo è finito: tantissime piccole e medie imprese non hanno la liquidità per stare in stallo due-tre mesi". Per questo è necessario agire subito con un'emissione di Eurobond e rilanciare lo sviluppo del continente europeo con investimenti straordinari. In questo modo, secondo il presidente di Cifa e Fonarcom, da questa brutta esperienza si possono cogliere anche delle opportunità.

"Il Coronavirus bloccherà per un periodo gli spostamenti - dice Cafà - e tante aziende che avevano delocalizzato forse produrranno di più in Italia e creeranno più occupazione nel nostro paese". Il punto è aiutare le imprese prima che sia troppo tardi. "Servono aiuti subito e serve liquidità nel mercato, ma finché si possono riaccendere i motori delle piccole e medie imprese, possiamo ripartire", dichiara Cafà, convinto che "abbiamo una grande capacità che è quella di riprenderci velocemente e il made in Italy è molto pregiato e sarà ancora richiesto all'estero, una volta usciti dalla crisi".

Un altro problema sarà poi prepararci ad affrontare nuove emergenze che si potranno affacciare. "Questa situazione dimostra che dobbiamo abituarci a essere pronti a far fronte a cose che non ci aspettavamo che potessero accadere", per il rappresentante degli imprenditori che sottolinea il ruolo centrale della formazione e della politica industriale che "dovrebbe avere una capacità visione a dieci-quindici anni e orientare anche i manager che, oggi, non hanno una grande capacità di lettura".

In questo contesto Fonarcom, insieme a Cifa e Confsal ha creato il sito "Il lavoro continua" dove imprenditori e professionisti possono aggiornarsi sulle evoluzioni normative in tema di smart work e ammortizzatori sociali. "Nei prossimi giorni poi - anticipa Cafà - vorremmo attivare dei webinar con economisti e intellettuali per ideare proposte per la fuoriuscita da questo momento di crisi e progetti di futuri di politica industriale da sottoporre alla politica". "Il futuro - conclude Cafà - lo progettiamo oggi per poter ripartire velocemente nel momento in cui potremo uscire da casa. Non possiamo perdere tempo".

In collaborazione con:
Fonarcom

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