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100 anni di Confcooperative narrati con ANSA

In volume di testi e foto, un secolo “al servizio del Paese”

ROMA ANSAcom

“La Confederazione Cooperativa Italiana è Associazione Nazionale Autonoma di rappresentanza, assistenza, tutela e revisione del Movimento cooperativo, senza fini di lucro, riconosciuta giuridicamente (...). Essa ispira la sua azione ai principi e alla dottrina sociale cristiana ed è aperta a quanti pongono a fondamento della vita associativa i valori di solidarietà economica e sociale, di libertà e di partecipazione”. È il 14 maggio 1919 quando a Roma nasce la Confederazione Cooperativa Italiana, realtà destinata a diventare la principale organizzazione del movimento cooperativo e delle imprese sociali del paese. Da allora sono passati cento anni esatti: un secolo di Storia e di impegno, ripercorso in “Confcooperative. Dal 1919 al servizio del paese”, volume di testi e fotografie realizzato dall’ANSA per la Confederazione, con cui oggi il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini ha omaggiato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’Assemblea Nazionale, alla presenza anche del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. “È l’occasione – spiega Gardini nella sua introduzione al libro - per celebrare il coraggio e il talento di milioni di soci, di donne e di uomini, che si sono avvicendati dal 1919 a oggi. Persone e territori di un Paese straordinario che, seppure nelle difficoltà, è tra le prime dieci potenze economiche del mondo”. Da quel maggio 1919, con l’Italia ancora fortemente rurale e appena uscita dalla Prima Guerra Mondiale, nel volume la Storia corre in dieci capitoli per altrettanti decenni, sin dai prodromi dell’associazionismo (come gli storici Probi pionieri di Rochdale, in Inghilterra) e la Rerum Novarum di Papa Leone XIII, l’enciclica che diventa la Magna Charta dei cattolici in materia sociale e che sarà d’ispirazione all’art. 1 dello Statuto della Confederazione. Una Storia, quella di Confcooperative, che subito si scontra con la furia fascista, che intuendone potenzialità e legami strettissimi con il mondo dei lavoratori ne distrugge sedi, reti e patrimoni. Ma non i principi. Tanto che appena possibile, il 15 maggio del 1945, mentre il Paese festeggia la Liberazione, la Confederazione Cooperativa Italiana viene ricostruita, grazie all’impegno di uomini come Don Luigi Sturzo, sacerdote e politico, ideatore del Partito Popolare Italiano. Lo stesso anno, il 15 gennaio, nasce anche l’Ansa, la più importante agenzia di stampa nazionale (e oggi fonte preziosissima con il suo archivio fotografico di oltre 19 milioni di immagini). E forse non a caso nasce come una “cooperativa - ricorda nel volume il direttore, Luigi Contu - che mette insieme dal primo giorno gli editori di giornali, con qualunque orientamento e di tutto il territorio italiano, con spirito di servizio”. Da quel momento Confcooperative (che solo nel 1967 prenderà la denominazione attuale di Confederazione Cooperative Italiane) accompagna senza sosta il Paese attraverso la ricostruzione e il boom economico, la nascita della Tv e l’entrata in Europa, ma anche le rivoluzioni del ’68 e il filo rosso sangue che solca il Paese nei terribili anni di Piombo, i “mitici” Ottanta e la caduta del Muro di Berlino, Tangentopoli e la Seconda Repubblica, i successi degli Azzurri del calcio e le lacrime per la terra che trema, dal Belice ad Amatrice, fino alla sorpresa di ben due Papi, Raztinger e Bergoglio, in Vaticano. Anno dopo anno, Confcooperative è sempre in prima linea, punto di riferimento dei lavoratori e interlocutore strategico per ogni decisore politico. Mentre le cooperative fioriscono, dalle prime società elettriche dell’Arco Alpino alle masserie appena strappate alla mafia in Sicilia, i suoi interventi e suggerimenti sono fondamentali per passaggi come la legge Marcora o i workers buyout, che trasformano storie di fallimenti aziendali in successi d’impresa. Il libro, però, scrive ancora Gardini, “non vuole solo celebrare un passato, ma spiegare il presente e proiettare il nostro sguardo verso il futuro, per quello che la cooperazione può continuare a fare nei tanti settori in cui opera”. Un’occasione, conclude, “per dare lustro a questo talento delle cooperative che è quello di trasformare un bisogno in un’impresa, una difficoltà in un’opportunità, una crisi in un’occasione di riscatto e di successo”.

In collaborazione con:
CONFCOOPERATIVE

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