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Banca Ifis punta a utile sostenibile e 60 mln investimenti

Presentato piano industriale al 2022, previste 190 assunzioni

Milano ANSAcom

Banca Ifis punta ad un utile netto in crescita a 147 milioni di euro al 2022 con l'obiettivo di migliorare ulteriormente la solidità patrimoniale, sostenere la crescita e garantire nel contempo un pagamento di un consistente dividendo agli azionisti Payout ratio del 40%-45%. L'istituto di credito veneto prevede inoltre investimenti per circa 60 milioni di euro finalizzati a supportare la crescita organica (190 assunzioni) e la stabilità del business. A presentare il piano industriale triennale è l'amministratore delegato di Banca Ifis, Luciano Colombini.
"Trasparenza e sostenibilità" sono le ambizioni del piano, che conferma "il ruolo di Banca Ifis come banca dell'economia reale vicina alle pmi che genera utili sostenibili e crea valore per tutti gli stakeholder e i suoi azionisti", afferma Colombini, aggiungendo che "nel triennio la banca si propone di rafforzare ulteriormente la leadership nei settori in cui già opera con forte vantaggio competitivo". Il piano prevede una profittabilità di tutte le business unit, con un vantaggio competitivo maggiore negli Npl e nel Factoring, e una crescita totale dei ricavi a 602 milioni di euro. A guidare questo incremento acquisti per 8,5 miliardi di euro (valore nominale) di crediti non performing e un un incremento dei volumi per 1 miliardo di crediti verso la clientela nel segmento Commercial e Corporate Banking per effetto dell'innovazione digitale, del nuovo modello di copertura del mercato e della rinnovata strategia di comunicazione e marketing.
Per quanto riguarda gli npl, "la strategia nel medio termine - spiega Colombini - si baserà sull'acquisizione di portafogli di crediti unsecured, partecipando attivamente a tutti i processi di vendita sul mercato, sull'estensione al segmento secured e corporate delle caratteristiche dei portafogli deteriorati oggetto di acquisizione e sul rendere sempre più efficiente il processo di recupero dei crediti in sofferenza". L'a.d dell'istituto afferma quindi di non aspettarsi "in questo triennio "effetti sostanziali derivanti dal calendar provisioning. Dal 2023 in poi, quando i portafogli soggetti ai requisiti normativi prudenziali rappresenteranno una parte significativa delle transizioni di non performing, la strategia sarà quella di agire come co-investitore per gli npl, mantenendo un ruolo di player primario per le asset class di riferimento". Nei target il rote (rendimento del patrimonio netto tangibile) è in crescita all'8,9% mentre il Cet 1 è visto al 12% nel 2022 al di sopra dell'attuale soglia Srep dell'8,12%. I costi operativi sono indicati stabili grazie al monitoraggio e all'efficientamento, pur in presenza di significativi investimenti.
Sul fronte delle acquisizioni, la banca non ha intenzione di effettuare al momento operazioni di M&A: "non abbiamo particolari obiettivi né di acquisto né di vendita di rami business", ha detto l'a.d. Dopo l'addio all'operazione con il Credito Fondiario (ex Fonspa), con cui "siamo rimasti in ottimi rapporti", "l'unica cosa che potremmo guardare è un servicer nel mondo secured. Un'alternativa valida però è quella di acquistare un team specializzato su questo asset class che è piu economico e più performante".

In collaborazione con:
Banca Ifis

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