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Crisi e governo: Tappe della crisi, da Conte al Senato a nuove urne

Comunicazioni premier passaggio clou, resta ipotesi voto ottobre

E' ancora un rebus l'esito della crisi. Nemmeno la riunione dei capigruppo del Senato ha risolto la tempistica della parlamentarizzazione della fine del governo gialloverde, orami nei fatti. Si va da uno scenario che può portare a dimissioni dell'attuale governo e urne subito, entro ottobre, al tentativo di dare vita a un nuovo esecutivo con una nuova maggioranza, retto dal Movimento 5 Stelle insieme al Pd. Nel mezzo Giuseppe Conte potrebbe comunque chiudere la sua esperienza senza passare per un voto di sfiducia.

Ecco le ipotesi per la soluzione della crisi:

SI VOTA CALENDARIO AL SENATO, 'VINCE' AULA IL 20: i presidenti dei gruppi al Senato non hanno trovato una intesa all'unanimità. Domani pomeriggio si dovrà esprimere l'Aula sul calendario. Due le opzioni: prossima assemblea il 20 con le comunicazioni di Giuseppe Conte (votato a maggioranza in capigruppo) oppure, come chiesto dal centrodestra, voto il 14 agosto della mozione di sfiducia al premier.

DIMISSIONI CONTE SOLO DOPO COMUNICAZIONI: se resterà confermata l'Aula del Senato il 20, il premier interverrà a Palazzo Madama. Sulle sue comunicazioni potrebbe essere presentata una risoluzione dal M5s, che va votata dai senatori. Complicato, però, che il Pd possa convergere sul documento del Movimento. Ma dipenderà anche dal suo contenuto. Diversamente, il premier potrebbe annunciare nel suo discorso l'intenzione di dimettersi al termine del dibattito in Aula.

SALVINI RITIRA LA DELEGAZIONE, CONTE SALE AL COLLE: altro scenario dell'ultima ora quella del ritiro della delegazione dei ministri leghisti da parte di Matteo Salvini. In questo caso Conte potrebbe teoricamente salire subito al Colle o aspettare il passaggio parlamentare del 20, come sembra più probabile. In questo caso, dopo l'intervento in Aula, il premier dovrebbe manifestare a Sergio Mattarella l'intenzione di lasciare l'incarico di governo.

CONSULTAZIONI LAMPO: già la prossima settimana, dopo il 20, il Capo dello Stato potrebbe aprire le porte del Quirinale per ascoltare i presidenti delle Camere e le forze politiche e valutare se non ci sia più possibile far proseguire la legislatura, o se siano maturate nel frattempo invece le condizioni per costruire una nuova maggioranza attorno a un nuovo esecutivo.

SENZA NUOVA MAGGIORANZA, URNE A FINE OTTOBRE: verificata l'assenza di una nuova maggioranza il Capo dello Stato potrebbe sciogliere quindi le Camere già entro fine agosto per consentire di fissare il voto entro la fine di ottobre. Servono infatti tra i 45 e i 70 giorni, ma almeno 60 giorni per le procedure del voto all'estero. La data cerchiata in rosso potrebbe essere quella del 27 ottobre.

NUOVO GOVERNO A FINE NOVEMBRE, RUSH PER MANOVRA: se tutti i tempi venissero rispettati il nuovo governo sarà in carica tra fine novembre e inizio dicembre. Prima vanno eletti anche i nuovi presidenti di Camera e Senato. A quel punto resterebbe circa un mese per presentare la legge di Bilancio ed evitare l'esercizio provvisorio.

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