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Mondo

In collaborazione con l’Ambasciata del Kazakhstan

Onu, Kazakhstan firma il protocollo contro la pena di morte

Lo comunica l'ambasciata in una nota

ROMA

(ANSA) - ROMA, 29 SET - Il 23 settembre, presso la sede delle Nazioni Unite a New York, si è svolta la procedura di firma da parte del rappresentante permanente della Repubblica del Kazakhstan presso l'Onu Kairat Umarov del Secondo protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici finalizzato all'abolizione della pena di morte. Lo comunica l'ambasciata del Kazakhstan in una nota.
    "Il documento è un riflesso delle riforme politiche effettuate in Kazakhstan in materia di protezioni dei diritti dei cittadini, con lo scopo di stabilire un dialogo permanente tra il Governo e la società per la costruzione di uno Stato armonioso", afferma l'ambasciata nel comunicato. "Questo era uno degli aspetti chiave del messaggio del presidente Tokaev pronunciato il 2 settembre 2019, finalizzato alla graduale e ponderata trasformazione politica del Paese attraverso la realizzazione del concetto di 'uno Stato che ascolta'. La firma del Secondo protocollo opzionale è la continuazione del percorso volto a restringere gradualmente il campo di applicazione della pena di morte e ad umanizzare la legislazione penale del Kazakhstan. L'uso della pena di morte nella Repubblica del Kazakhstan è stato completamente sospeso dal decreto del presidente della Repubblica del Kazakhstan del 17 dicembre 2003 che introduce una moratoria".
    "Secondo la legislazione del Kazakhstan - prosegue il comunicato - il Secondo protocollo opzionale della convenzione internazionale sui diritti civili e politici è soggetto a ratifica obbligatoria da parte del Parlamento, poiché riguarda i diritti umani e le libertà civili e stabilisce anche regole diverse da quelle previste dalle leggi della Repubblica del Kazakhstan. Pertanto, questo trattato internazionale entrerà in vigore solo dopo la ratifica da parte del Parlamento kazako".
    "L'abolizione della pena di morte è una delle questioni più discusse al mondo. L'Assemblea generale e il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nelle loro risoluzioni invitano regolarmente gli Stati membri a intraprendere azioni efficaci per abolire la pena di morte. A livello globale è visibile la tendenza del rifiuto di questa pena considerata da molti 'arcaica'. Ad esempio, durante la votazione il 17 dicembre 2018 sulla risoluzione dell'Assemblea generale che chiedeva una moratoria globale sull'uso della pena di morte, 121 Stati, incluso il Kazakhstan, hanno votato a favore e solo 35 hanno votato contro. Secondo Amnesty International, alla fine dell'anno 2018 si è registrato un calo del 31% nell'utilizzo della pena (690 condanne sono state eseguite in 20 Paesi ) rispetto al 2017 (993). Nel 2019 è stata registrata un'ulteriore diminuzione: 657 casi. Queste cifre non includono però le condanne eseguite nei Paesi per i quali non vengono pubblicate informazioni ufficiali".
    "La posizione nazionale sulla pena di morte - prosegue il comunicato dell'ambasciata del Kazakhstan - è un criterio importante per valutare l'adempimento da parte degli Stati dei loro obblighi in materia di diritti umani ai sensi della Revisione periodica universale delle Nazioni Unite. La decisione del presidente Tokayev di firmare il Secondo protocollo opzionale è stata presa nel quadro delle riforme politiche in corso nel Paese volte a proteggere i diritti dei cittadini.
    L'abbandono della pena di morte è una delle fasi più importanti di questo processo. Indubbiamente, il Kazakhstan ha molto lavoro da fare per allineare la sua legislazione agli obblighi internazionali, ma il percorso è già iniziata", conclude la nota. (ANSA).
   

In collaborazione con l’Ambasciata del Kazakhstan

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