Più di tre anni dopo la fine
dell'epidemia di colera che aveva colpito Haiti, almeno sette
persone sono morte a causa della malattia nel paese. Un bilancio
dell'Oms nelle capitale haitiana, Port-au-Prince, parla di 20
casi sospetti di colera tra cui 7 morti. Inoltre le strutture
sanitarie situate nei comuni di Port-au-Prince e Cité Soleil
hanno registrato un aumento dei casi di diarrea acuta tra i
pazienti ospedalizzati, compresi bambini e adulti. Tra ottobre
2010 e febbraio 2019, il virus del colera aveva causato più di
820.000 casi e circa 10.000 morti ad Haiti. Ora il rischio di
una nuova epidemia arriva mentre "la violenza delle bande
continua a colpire Port-au-Prince e altre città e rende
difficile l'accesso alle aree colpite dal virus" rileva l'Onu.
Dunque le Nazioni Unite stanno monitorando attivamente la
situazione e lavorando con il governo per organizzare una
risposta di emergenza a questa potenziale epidemia. La risposta
si concentra non solo sulla limitazione della diffusione della
malattia, ma anche sull'informare la popolazione su come
intraprendere azioni immediate per salvare la vita di quanti non
riescono a raggiungere i servizi sanitari. A seguito della
conferma dei primi casi di colera, il segretario generale delle
Nazioni Unite, António Guterres ha espresso profonda
preoccupazione per la salute e la sicurezza delle persone ad
Haiti ed ha chiesto "un accesso immediato e senza ostacoli per
facilitare la consegna di carburante per scopi umanitari".
Secondo l'Onu, nell'attuale contesto socio-politico, è
imperativo che alle squadre di soccorso sia garantito un
accesso sicuro alle aree in cui i casi sono stati confermati o
sospettati, al fine di contribuire a mitigare il rischio di una
grande epidemia".
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