Amnesty International ha criticato la
decisione delle autorità cubane di vietare la protesta
dell'opposizione prevista per il 15 novembre sull'isola,
sottolineando che "la comunità internazionale non deve
dimenticare le centinaia di persone arrestate durante le
storiche proteste dell'11 luglio" scorso.
"Gruppi di persone provenienti da varie province del Paese
hanno presentato nelle ultime settimane richieste ai diversi
governi locali per chiedere l'autorizzazione a svolgere marce
pacifiche, organizzate in modo chiaro e definito nel legittimo
esercizio del loro diritto alla libertà di espressione. Invece
di garantire questi diritti, il governo del presidente Miguel
Díaz-Canel ha dichiarato che queste marce civiche sono
'illegali' e 'incostituzionali', violando nuovamente il diritto
alla protesta pacifica a Cuba", ha dichiarato in una nota Erika
Guevara Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty.
"Amnesty International - ha aggiunto - ha ricevuto
segnalazioni di arresti arbitrari di attivisti, vessazioni e
sorveglianza da parte di agenti di sicurezza, nei confronti di
coloro che hanno aderito alla convocazione organizzata dal
gruppo Archipiélago", che promuove la manifestazione.
"Questa risposta delle autorità è coerente con la politica di
repressione applicata da decenni a Cuba, che criminalizza la
protesta pacifica e imprigiona e maltratta cubani di ogni
condizione solo per aver espresso le loro opinioni", ha
affermato Guevara Rosas.
"La comunità internazionale non deve dimenticare le centinaia
di persone arrestate durante le storiche proteste dell'11 luglio
semplicemente per aver esercitato pacificamente un loro diritto,
nonché i sei prigionieri di coscienza che Amnesty International
ha nominato poco dopo i fatti", ha detto la direttrice Amnesty,
sottolineando che i detenuti "devono essere immediatamente e
incondizionatamente liberati".
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