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Liberare 50 donne da un manicomio in India, Italia in prima linea

Liberare 50 donne da un manicomio in India, Italia in prima linea

L'obiettivo è di riconvertire una struttura a Kochi in un centro di salute mentale

ROMA, 20 febbraio 2020, 18:44

Martino Iannone

ANSACheck

Cartolina - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cartolina - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cartolina - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Dare una speranza e letteralmente 'liberare' cinquanta donne oggi rinchiuse in un manicomio di Kochi, nello stato del Karala, in India, e aprire in questa città un Centro di salute mentale (Csm), simile a quelli che esistono in Italia. È la sfida che vede impegnato il movimento "Le Parole ritrovate", un'associazione nata a Trento quasi 30 anni fa e composta da medici e operatori psichiatrici, utenti dei Csm e loro familiari. L'obiettivo è di riconvertire a Kochi una struttura - inizialmente destinata a ospitare una scuola e già parzialmente edificata e messa a disposizione dalle suore Domenicane di Santa Maria del Rosario - in un Centro di salute mentale e un centro di accoglienza per le ospiti che saranno 'liberate' dal manicomio. Le stesse suore sono da già tempo in contatto con un gruppo misto della salute mentale di Prato che ogni anno si reca a Kochi per aiutare chi è costretto a vivere nel manicomio.

Ora il primo scoglio da superare è raccogliere la somma necessaria per riadattare l'edificio, che si trova nel quartiere di Edacochin, di Kochi: 300 mila euro, un terzo dei quali si è impegnato a reperirlo, con una campagna di raccolta fondi partita in questi giorni, proprio il movimento 'Le Parole ritrovate'. "È una sfida che abbiamo raccolto per dare speranza a tante persone oggi escluse dalla comunità e rinchiuse in strutture di morte - spiega il dottor Renzo De Stefani, referente de 'Le parole ritrovate' - e restituire a quelle cinquanta donne la dignità e i diritti fondamentali che devono essere garantiti ad ogni essere umano avrà qualcosa di miracoloso: ma è lo stesso 'miracolo' che fece Basaglia e i tanti che si batterono con lui per la chiusura dei manicomi in Italia nel 1978 con la Legge 180. Una battaglia etica, ma anche ancorata alla scientificità di cure riconosciute e ai modelli del welfare di comunità".

De Stefani ai primi di dicembre dello scorso anno si è recato a Kochi per esaminare la situazione e valutare la fattibilità del progetto. La struttura copre 2.500 metri quadrati. È costruita a parallelepipedo con un ampio cortile interno che la rende ariosa e atta a favorire una dimensione di relazionalità 'aperta'. All'esterno ha una vasta superficie che può essere adibita a diverse destinazioni, dal lavoro, all'intrattenimento e al coinvolgimento del quartiere. Per raccogliere i fondi necessari sono state stampate centinaia di cartoline per autofinanziamento. Ognuna è un pezzo unico, perché reca un numero univoco. Vendute a offerta libera, verranno spedite da Kochi all'indirizzo indicato dai benefattori. Un modo originale per dare risonanza all'iniziativa.

(martino.iannone@ansa.it

Si può  contribuire al Progetto facendo un versamento sul Conto 005000 intestato a “Associazione Amici del Rosary Convent Onlus”, Banco BPM Dip. 2660 Prato Grignano.
CODICE IBAN IT78L0503421564000000005000  CODICE SWIF BAPPIT21S60

 

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