(di Alberto Zanconato)
Sabato scorso è entrata nella storia dello sport iraniano come prima donna del suo Paese a disputare - e vincere - un incontro di pugilato, in Francia. Ma se si aspettava di essere accolta trionfalmente a Teheran, si sbagliava. L'atleta, Sadaf Khadem, 24 anni, ha infatti dovuto rinunciare per il momento a tornare in patria dopo aver saputo che contro di lei e il suo allenatore, l'ex campione del mondo franco-iraniano Mahyar Monshipour, è stato emesso un ordine di arresto per violazione delle norme dell'abbigliamento islamico.
Il provvedimento è stato denunciato dalla portavoce della Khadem, citata dai media francesi. La pugile e l'allenatore si trovavano già sul taxi per raggiungere l'aeroporto quando hanno appreso del mandato d'arresto. Hanno quindi deciso di fare marcia indietro e tornare a Poitiers, dove risiede Monshipour. Da parte loro le autorità iraniane non hanno reagito all'annuncio.
Nei giorni scorsi la Federazione Boxe iraniana aveva chiarito di non avere nulla a che fare con l'organizzazione del combattimento, ai tre round per dilettanti, svoltosi nella cittadina di Royan. Ma aveva sottolineato che comunque ogni atleta iraniana deve osservare l'abbigliamento islamico, o hijab, obbligatorio per legge in Iran. Secondo questa norma, le donne a partire dai nove anni d'età devono tenere coperti i capelli, il collo e il corpo quando sono alla presenza di uomini che non fanno parte della famiglia, anche quando compiono attività sportive agonistiche. L'atleta iraniana ha invece deciso di salire sul ring a capo scoperto e con indosso soltanto una canottiera verde, pantaloncini rossi e una banda bianca alla vita, i colori della bandiera iraniana.
"iL mio abbigliamento - ha detto la pugile al quotidiano L'Equipe - poteva sembrare banale agli occhi del mondo intero, ma era contrario alle regole del mio Paese. Non portavo l'hijab e sono stata allenata da un uomo. E qualcuno non vede tutto questo di buon occhio". Sabato Sadaf Khadem ha vinto ai punti il combattimento con la francese Anne Chauvin. "Ho vinto per le donne, dobbiamo essere forti ovunque, le donne possono superare le montagne se lo vogliono", aveva detto l'atleta dopo l'incontro.
La ministra dello Sport francese, Roxana Maracineanu, di cui Monshipour è un consigliere, era intervenuta personalmente presso il suo omologo a Teheran perché permettesse questo incontro dall'alto valore simbolico. Ma evidentemente le autorità iraniane non hanno apprezzato la scelta d'abbigliamento fatta dalla pugile.