Oltre 800 miliardi di euro che
potrebbero rappresentare uno shock positivo per l'economia
reale. Sono i patrimoni degli italiani 'ricchi' gestiti dai
private banker, su cui l'Associazione Italiana del settore
(Aipb) ha svolto attraverso il Censis una ricerca per verificare
l'atteggiamento della collettività verso la ricchezza e quello
dei detentori di grandi patrimoni verso il nostro Paese.
Dall'indagine emerge lo sguardo fiducioso dei 'ricchi' verso
l'Italia: solo il 46,5% è preoccupato per il nostro Paese, a
fronte del 62,2% del resto degli italiani, mentre il 75,8% non
se ne andrebbe anche se potesse. Inoltre la maggioranza vuole
investire in Italia producendo valore per la collettività: per
il 73,5% l'investimento giusto deve generare valore per il
Paese, per il 70,4% deve avere ricadute positive su occupazione
e redditi, per il 64,8% deve valorizzare i territori e per il
59,5% deve essere socialmente responsabile.
Sulle grandi ricchezze gli italiani sono ancora divisi, anche
se un meno diffidenti che in passato: se il 52% è convinto che
chi investe il suo patrimonio moltiplica le opportunità per
tutti, un'altra metà reputa la ricchezza o inutile, perché pensa
che i ricchi sono cittadini del mondo e portano altrove i soldi
(25,1%), o poco meno di un furto ai danni della collettività
(22,5%). In ogni caso il 45,7% degli italiani sarebbe favorevole
a ridurre le tasse sui grandi patrimoni, limitatamente alle
quote che vengono investite nell'economia reale.
Quanto ai private banker, il 79,6% degli intervistati li
reputa utili quando orientano i grandi patrimoni verso
l'economia reale mentre l'89,1% ritiene che possano mettere in
movimento risorse per la crescita.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA