"Una lista della spesa di opere
pubbliche 'monstre': 133 miliardi arrivati in eredità dai
precedenti governi di interventi da realizzare che partono già
'vecchi' (pensati ed autorizzati decine di anni fa nel migliore
dei casi) e, soprattutto, per i quali non è mai stata fatta
nessuna analisi, neanche quella del ritorno finanziario o di
traffico". Così in sintesi, Marco Ponti, già responsabile del
comitato costi benefici voluto dall'ex ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli traccia un
bilancio dopo quell'esperienza. E parla senza mezzi termini di
"un'esperienza non positiva: tutte le volte che ho detto
'sperpero di denari pubblici' la mia esperienza come consulente
si è interrotta. Pensavo che con l'ultimo ministro fosse diverso
ma appena abbiamo detto no a progetti politicamente graditi, si
è scatenato l'inferno". Ponti, durante un dibattito dal titolo
'Tav e grandi opere. Lo scandalo delle valutazioni costi
benefici. Il complicato rapporto tra tecnica e politica',
organizzato alla Stampa Estera a Roma, nonostante l'esperienza
difficile annuncia però di voler continuare con la sua
associazione 'Bridges Reserch' a "rompere le scatole per cercare
di creare un dibattito". Alla Stampa Estera oltre ai 'tecnici'
hanno esposto le 'ragioni della politica' l'ex Pd ora Italia
Viva, Luigi Marattin, Luca Carabetta del M5s e della Val di Susa
e Elena Grandi della Federazione dei Verdi.
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