(ANSA) - VENEZIA, 03 GIU - Dal 1995, il "giorno di
liberazione fiscale" meno in là nel calendario è stato nel 2005,
anno in cui la pressione fiscale si attestò al 39% e ai
contribuenti italiani bastò raggiungere il 23 maggio (142 giorni
lavorativi) per versare il dovuto al fisco. Quello più in
"ritardo", invece, si è registrato il 9 giugno 2022, con una
pressione fiscale al 43,5%. E' corretto segnalare che il picco
record di pressione fiscale dell'anno scorso non è ascrivibile
ad un aumento del prelievo, ma da una serie di altri fattori che
si sono concentrati nel 2022, in particolare il caro energetico
e l'aumento dell'inflazione, che hanno spinto all'insù il
gettito dell'Iva.
Nel 2022 solo la Francia e il Belgio hanno registrato un peso
fiscale superiore al nostro, a Parigi del 47,7% del Pil, a
Bruxelles al 45,1%; la Germania era nona, con il 41,9%, la
Spagna al 12/o posto con il 38,5%. La media dei Paesi
dell'eurozona è stata del 41,9%.
A giugno i contribuenti italiani sono attesi da 115
appuntamenti fiscali, in media quasi quattro al giorno:
50 scadenze (imposta sostitutiva, Iva, ritenute, Tobin tax,
imposta intrattenimenti), entro il 16 giugno; una comunicazione
del canone Tv entro il 20 giugno; 55 versamenti (Irpef,
addizionali, cedolare secca, ritenute, Iva, Ires, Irap, imposte
sostitutive), quatro dichiarazioni (Irpef, sostitutive, Intra),
quattro comunicazioni (contratti di locazione, informazioni
finanziarie a fini fiscali tra statiUe) e una istanza canone Tv
entro il 30 giugno.
Sono i cittadini della Provincia Autonoma di Bolzano a
versare il maggior numero di tasse al fisco, con 13.158 euro
procapite nel 2019; seguono i lombardi con 12.579 euro, i
valdostani con 12.033 euro, gli emiliano-romagnoli con 11.537 e
i laziali con 11.231 euro. La Calabria ha invece pagato meno con
5.892 euro. Il dato medio nazionale è pari a 9.581 euro.
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