(ANSA) - CHIETI, 04 FEB - Male la provincia di Chieti,
resiste quella dell'Aquila: nel rapporto tra natalità e
mortalità delle imprese, le due province nel 2022 si fermano al
+0,26%, a fronte di una crescita media nazionale pari al +0,8%.
Anche il dato dell'Abruzzo, pari al +0,36%, è inferiore rispetto
alla media italiana. Continua a soffrire l'artigianato, che
registra un dato negativo a livello regionale e in provincia di
Chieti e un valore appena superiore allo zero nella provincia
dell'Aquila. E' quanto emerge da un'elaborazione del Centro
studi di Confartigianato Imprese Chieti L'Aquila, che ha
analizzato i dati Movimprese sulla natimortalità delle imprese
italiane relativi al 2022. Sul fronte artigianato, in provincia
di Chieti le imprese registrate sono 7.712, -0,8% rispetto
all'anno precedente. Le iscrizioni sono state 365 (+4,5%) e le
cessazioni 428 (+5,28%). Nel 2022 il bilancio tra aperture e
chiusure è pari a -63 unità. Nell'Aquilano le imprese artigiane
registrate sono 6.561, +0,18% rispetto al 2021. Le iscrizioni
sono state 376 (+5,73%) e le cessazioni 364 (+5,55%): il saldo è
di +12 imprese. A livello regionale, le imprese registrate sono
28.285 (-0,47%), le iscrizioni 1.491 (+5,13%) e le cessazioni
1.629 (+5,6%), con un saldo pari a -138. L'artigianato
rappresenta nel Chietino il 17,4% del totale delle imprese (di
queste il 77,9% sono imprese individuali) e nell'Aquilano il
21,5% del totale (77,9% imprese individuali). In Abruzzo
l'artigianato rappresenta il 19,1% del totale delle imprese
(77,6% imprese individuali).
Per quanto riguarda il totale delle imprese, in provincia di
Chieti le attività registrate sono 44.378, pari al +0,05%. Le
iscrizioni sono state 1.850 (+4,09%) e le cessazioni 1.827
(+4,04%), con un saldo pari a +23. Nella provincia dell'Aquila
le imprese registrate sono 30.531 (+0,57%), le iscrizioni 1.441
(+4,75%) e le cessazioni 1.267 (+4,17%), con un saldo di +174
unità. In Abruzzo le imprese registrate sono 148.436 (+0,36%),
le iscrizioni 6.798 (+4,54%) e le cessazioni 6.254 (+4,18%), con
un +544. "I numeri, come accade ormai da anni, confermano la
crisi del settore dell'artigianato - commentano il presidente e
il direttore di Confartigianato Chieti L'Aquila, Camillo
Saraullo e Daniele Giangiulli - C'è bisogno di riscoprire gli
antichi mestieri in chiave moderna, coniugandoli con le nuove
tecnologie e con le esigenze di un mercato che si evolve. Se le
nuove professioni incalzano, le botteghe di un tempo, che vanno
avanti grazie ad un mercato di nicchia, provano a resistere. Non
mancano, nel nostro Paese, casi di successo di chi si è
aggiornato sfruttando le novità: i cosiddetti artigiani 4.0. In
quest'ottica, c'è bisogno di investire sulle nuove generazioni,
per sensibilizzarle sulle straordinarie potenzialità che
l'artigianato può esprimere". (ANSA).