Il Dpcm sull'Energy Release
firmato recentemente dal ministro al Mite Roberto Cingolani e
che fissa il prezzo dell'energia elettrica per le industrie ad
alto consumo a 201 euro a Megawattora sulla base di alcune
priorità e di un'asta, non è bastato alla Portovesme srl, nel
Sulcis, a evitare di chiudere tra novembre e marzo una delle sue
linee produttive, quella del piombo..
L'azienda del gruppo Glencore, che opera nel sud ovest della
Sardegna, aveva già annunciato lo stop al 90% della produzione
con la Cig per la maggior parte degli operai (circa 1300 quelli
diretti), ma, alla luce del provvedimento, aveva deciso di
verificare le nuove e più favorevoli condizioni tariffarie per
capire se continuare a produrre zinco e piombo con il taglio
stimato dei costi.
Ieri, proprio nel giorno in cui l'Arera annunciava un aumento
del 59% dei costi in bolletta, l'ennesima doccia fredda: in una
riunione tra la Rsu e i vertici dell'azienda l'amministratore
delegato Davide Garofalo ha comunicato" la fermata del Kss e di
San Gavino nei mesi tra novembre e marzo, impianti che impiegano
più di 200 persone. Elemento che sancisce definitivamente
l'abbandono della produzione di piombo dagli asset aziendali.
Vengono confermati gli investimenti in arrostimento e parte di
quelli programmati al Kss", fanno sapere le sigle.
Mentre la Rsu manifesta" tutta la sua contrarietà rispetto alla
fermata imminente di questi impianti se non è garantito un piano
per la salvaguardia occupazionale di tutti i lavoratori diretti
e terzi", Confindustria ha fissato per lunedì 3 ottobre alle 14
un incontro con le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil
e i sindacati dei chimici che, insieme alle Rsu, hanno
convocato, a loro volta, per lunedì alle 7 l'assemblea di tutti
i lavoratori. Un'assemblea dalla quale potrebbero già scaturire
azioni di lotta: "non accetteremo supinamente le decisioni
aziendali", fanno sapere i sindacati.
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