"Questi anni ci hanno dimostrato che
il sistema politico italiano e la sua attuale configurazione di
alleanze non coese ma divergenti su tutto, poco si presta alla
governance di una società industriale avanzata che per decenni è
stata penalizzata nelle sue potenzialità", dice ancora il
presidente di Confindustria all'assemblea privata
dell'associazione, di fronte alla platea di industriali
associati: "Neanche il Presidente Draghi da solo può cambiare
questa realtà. E se questa realtà neanche noi la possiamo
purtroppo mutare, di certo però dobbiamo tenerci ben riparati
dai danni che ci può infliggere. Avverte dei rischi di un
collateralismo con il potere politico e lancia come "monito
solenne" le parole di Guido Carli come presidente degli
industriali alle assemblee del 1977 e 1978, "anni difficilissimi
di alta inflazione, disoccupazione e terrorismo". .
Diceva Carli: "Non siamo alla fine della lunga crisi di questi
anni, ma purtroppo a un suo nuovo principio. Perché nei mesi
alle nostre spalle le scelte economiche sono avvenute in una
sorta di crescente condiscendenza dei partiti a misure
frammentate e temporanee, invece che strutturali.
Anche se ci si chiede incessantemente di alimentare la fiducia,
noi ne abbiamo perché la fermezza popolare supera di gran lunga
l'instabilità divisiva di ciò che ci propone la politica";
"Occorre scongiurare ogni rischio di subalternità alle politiche
dei partiti"; "Gli italiani dovranno sempre tener fermo il
timone perché siano solo partiti davvero democratici, nella loro
vita interna e nelle loro scelte internazionali, a governare il
Paese. Ma il compito delle imprese e di chi le rappresenta è di
non piegarsi mai alle ragioni di questa o quella coalizione,
questo o quel partito". Carlo Bonomi legge quei passaggi ed agli
industriali dice: "Queste parole mi sembrano pronunciate oggi e
rappresentano gli stessi valori con i quali continuerò a
svolgere il mio mandato. Ed è questa, la linea che vi chiedo di
costruire insieme, noi tutti".
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