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Responsabilità editoriale di Advisor
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A settembre si è svolto il 39° Secular Forum annuale, il primo integralmente virtuale nella storia di PIMCO, nel quale i professionisti degli investimenti di tutto il mondo si sono ritrovati in videoconferenza per discutere delle prospettive post-pandemia per l’economia, la politica e i mercati finanziari mondiali sull’orizzonte dei prossimi 3-5 anni e le relative implicazioni per i portafogli d’investimento. Vediamo assieme quali sono state le conclusioni più significative. Gli illustri relatori hanno, infatti, evidenziato quattro fattori di cambiamento dirompente sul versante macro-economico che si intensificheranno ancora di più, come l’ascesa della Cina, il populismo, i rischi correlati al clima e la tecnologia. L’ascesa della Cina e il populismo, secondo gli esperti di PIMCO potrebbero determinare sorprese sia in positivo, che in negativo come l’evoluzione della pandemia e il grado fi permanenza o ripiegamento della politica fiscale. Per affrontare il cambiamento gli esperti sono d’accordo che sarà necessario puntare su una gestione attiva capace di fronteggiarlo e di cogliere le opportunità che ne seguiranno.
“La pandemia di COVID-19, che ha già mietuto oltre un milione di vite umane nel mondo, ha prodotto la più grave recessione economica dalla Grande Depressione ed eccezionali misure di politica fiscale e monetaria varate dalle autorità per fronteggiarla” si legge nel Secular Outlook del gruppo. “Confermiamo pertanto, nella sua essenza, il quadro di cambiamenti dirompenti che avevamo già previsto e crediamo che il successo degli investimenti nell’orizzonte dei prossimi 3-5 anni continuerà a dipendere dalla capacità di fronteggiare cambiamenti dirompenti di diversa origine e di perseguire in modo attivo le opportunità che sorgeranno nelle fasi di volatilità. Tali capacità sono ancor più rilevanti allo stato attuale visto che i mercati dovranno cimentarsi con le conseguenze di lungo termine dello shock causato dalla pandemia e dalla sua propagazione, a fronte delle risposte delle autorità.
È molto probabile che la ripresa ciclica continui nel successivo paio d’anni ma riteniamo che siano giustificate le preoccupazioni espresse da diversi relatori al nostro forum riguardo ai danni economici inferti dalla crisi che potrebbero pesare sul potenziale di crescita. Periodi prolungati di disoccupazione di solito comportano un’erosione delle competenze individuali e di conseguenza della produttività del lavoro. Inoltre, la maggiore incertezza verosimilmente deprimerà gli investimenti delle imprese per lungo tempo. Tutto ciò, unitamente alla crescente “zombificazione” nel comparto delle imprese a seguito del diffuso sostegno operato da governi e banche centrali, probabilmente inciderà sulla crescita della produttività nel lungo termine”.
Gli esperti ritengono che la crisi abbia potenziato le diverse tendenze precedentemente in atto. L’ascesa della Cina come potenza economica che scompagina i paesi produttori a maggior valore aggiunto e mette in discussione il consolidato ordine geopolitico mondiale dominato dagli Stati Uniti verosimilmente sarà accelerata dalla sua ripresa precoce e più robusta del previsto dalla crisi del COVID e dal suo rafforzato impegno sul piano strategico “Made in China 2025” recentemente ridenominato “strategia a doppia circolazione”, incentrato sulla riduzione della sua dipendenza dalle tecnologie e dai mercati mondiali pur mantenendosi aperta ai mercati internazionali.
Il populismo e i suoi stretti congiunti, ossia il protezionismo e il nazionalismo, usciranno verosimilmente rafforzati dalla recessione innescata dalla pandemia e dai suoi effetti di aumento delle disuguaglianze in vari ambiti, anch’essi punti salienti nel nostro dibattito.
I rischi correlati al clima e le relative conseguenze per le vite umane e l’attività economica sono divenuti ancor più evidenti e acuti quest’anno, focalizzando l’attenzione sull’accresciuta probabilità di eventi ambientali catastrofici. Tutti questi sono temi mainstream attualmente e, a seconda delle scelte politiche, verosimilmente influenzeranno la politica di bilancio, le decisioni del settore privato, i flussi dei capitali e i prezzi degli attivi nel nostro orizzonte secolare. Considerati i numerosi vincitori e perdenti che ne conseguiranno fra le imprese, questi trend richiedono un approccio attivo di gestione del rischio di credito e di default.
La crisi del COVID-19 ha potenziato anche la forza dirompente della tecnologia, nei suoi aspetti sia benefici che scompaginanti. Al venir meno della pandemia, le modalità di lavoro e di consumo probabilmente torneranno in qualche misura ai livelli pre-crisi ma l’ulteriore valore economico acquisito durante la crisi dalle società tecnologiche nuove e consolidate ne accrescerà ancor di più il vigore dirompente. La capacità di saper distinguere fra i vincitori e i perdenti che emergeranno dal processo di digitalizzazione sarà un’importante fonte di alfa per gli investitori attivi nell’orizzonte secolare. Come muoversi quindi in tale contesto. Per capire quali effetti e implicazioni avranno tali cambiamenti sul portafoglio, leggi e consulta il Secular Outlook di PIMCO.
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