Olivetti, diventata la 'digital
farm' di Tim, punta sul Made in Italy e lo sottolinea inserendo
il tricolore nel suo logo. "Il logo aziendale è il cuore
dell'identità di un'azienda, la più importante sintesi visiva di
essa - commenta Roberto Tundo, amministratore delegato - e
Olivetti, simbolo della storia industriale italiana, è legata al
concetto di 'human centricity' e, nel nostro caso, patrimonio
universale conosciuto non solo in Italia ma nel Mondo".
Il brand Olivetti ha cambiato spesso forma, ricorda una nota,
ora il verde, il bianco e il rosso sottolineano "anche l'impegno
per la digitalizzazione del tessuto economico ed industriale del
Paese insieme a quello della Pubblica amministrazione".
L'origine del marchio risale al 1911, quando all'esposizione
universale di Torino venne presentata la macchina per scrivere
M1 con il primo logotipo accompagnato dal logo, disegnato dallo
stesso fondatore Camillo Olivetti, raffigurante le lettere ICO,
acronimo di Ingegnere Camillo Olivetti.
Nel 1934 il pittore Xanti Schawinsky introdusse un carattere
Universal Pica in minuscolo che evocava immediatamente
l'immagine della dattiloscrittura mentre Giovanni Pintori
successivamente rielaborò l'esile carattere usato preferendo un
grassetto corposo derivato dal carattere Etrusco e aumentando
gli spazi tra le lettere per rafforzare la comunicazione
pubblicitaria. Nel 1970 il marchio diviene quello che conosciamo
tutti, più iconico e riconoscibile, grazie all'opera del grafico
Walter Ballmer che riorganizza le distanze e gli spessori
definendo con criteri matematici il disegno del logo con il
risultato di accentuare l'immagine di solidità dell'azienda e
dare maggiore visibilità alla scritta, grazie anche a un
lettering che assume quasi la valenza di simbolo grafico.
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