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Spread sotto i 200 dopo l'impennata. Milano chiude in leggero calo

Contrastate le Borse europee dopo il nulla di fatto all'Eurogruppo. Wall Street invece procede positiva

Wall Street procede positiva. All'apertura il Dow Jones sale dell'1,30% a 22.957,86 punti, il Nasdaq avanza dell'1,23% a 7.993,44 punti, mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dell'1,38% a 2.696,12 punti. Alle 17 italiane, Dow Jones +1,72% a 23.046,75 punti, Nasdaq +1,56% a 8.009,06 punti e S&P 500 +1,75% a 2.706,00 punti. I listini d'Oltreoceano sono spinti dall'attesa per i verbali della Fed, in vista di nuovi stimoli all'economia da parte della Banca centrale degli Usa.

Nel Vecchio Continente chiusura contrastata per le principali Borse, in una seduta trainata nel finale da Wall Street: Parigi ha guadagnato lo 0,1% a 4.442 punti, mentre Londra (-0,47% a 5.677 punti) e Francoforte (-0,3% a 10.325 punti) hanno chiuso in calo; lo stesso ha fatto Piazza Affari, dove l'indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,18% a 17.380 punti. Fiacchi gli scambi, limitati a 1,8 miliardi di euro di controvalore. Stabile lo spread, poco sopra quota 195 punti, dopo aver toccato in avvio di giornata un massimo di 215 punti base. Ieri sera il differenziale era a 192 punti base. Il rendimento del decennale del Tesoro è all'1,64%.

In forte calo i bancari: Bper (-4,92%) e Banco Bpm (-2,51%); relativamente più caute Ubi (-1,81%) e Intesa (-1,35%); poco mossa Unicredit (-0,49%), che ha escluso operazioni straordinarie. In luce il risparmio gestito con Banca Generali (+8,54%), Azimut (+7,16%) e Mediolanum (+4,5%) sulla scia dei dati sulla raccolta. Bene Ferrari (+3,59%), Pirelli (+5,16%) e Piaggio (+9,32%), dopo il rialzo della raccomandazione e del prezzo obiettivo da parte degli analisti di Exane-Bnp. Segno meno per Exor (-2,04%), Tim (-1,94%) ed Eni (-1,41%); in controtendenza Cnh (+3,94%), Diasorin (+3,6%) ed Stm (+2,91%).

Milano si "consola" con il record di scambi. Il mese di marzo, contrassegnato dall'emergenza coronavirus, sarà da dimenticare per Piazza Affari. Secondo le statistiche diffuse oggi da Borsa Italiana, l'indice Ftse Mib ha segnato un calo del 22,4%, dai 21.984 punti del 28 febbraio ai 17.051 del 31 marzo, con una volatilità balzata in 30 giorni da circa il 20 a oltre il 90%. Da record invece gli scambi, con oltre 13,26 milioni di contratti conclusi nel mese, pari a quasi la metà dei 27,34 milioni del periodo gennaio-marzo. Un dato, quest'ultimo, in forte rialzo rispetto all'analogo trimestre precedente, quando i contratti conclusi furono poco più di 15,61 milioni.

Seduta a due facce per i mercati asiatici: quasi tutti i listini hanno chiuso negativi e incerti, mentre Tokyo ha segnato un buon rialzo, soprattutto grazie allo yen che è tornato a deprezzarsi sul dollaro e sull'euro, facilitando così le esportazioni. In Giappone gli investitori continuano anche a essere fiduciosi sulla fase di rallentamento dei livelli di mortalità della pandemia del coronavirus a livello globale, con l'indice Nikkei che ha segnato un rialzo in chiusura del 2,13%, mentre le Borse cinesi hanno chiuso la seduta in territorio negativo, poco sotto la parità, recependo male il rinvio dell'Eurogruppo: l'indice Composite di Shanghai ha ceduto lo 0,19%, a 2.815,37 punti, mentre quello di Shenzhen ha perso lo 0,16%, attestandosi a quota 1.740,65; ad Hong Kong l'indice Hang Seng ha ceduto 282,92 punti, a quota 23.970,37 (-1,17%).

Oro - L'oro è sostanzialmente stabile sui mercati internazionali dopo il calo dello 0,8% registrato ieri. Il metallo prezioso con consegna immediata vale 1.646 dollari l'oncia, in leggera contrazione dello 0,1%.

Petrolio - Il prezzo del petrolio torna a salire dopo lo scivolone degli ultimi due giorni e chiude in forte rialzo a New York sulla scia delle indiscrezioni su un possibile taglio significativo della produzione da parte dell'Opec. Le quotazioni salgono del 6,2% a 25,09 dollari al barile.

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