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Veltroni, oggi la bontà è rivoluzionaria

Veltroni, oggi la bontà è rivoluzionaria

In sala 'C'è tempo', il suo primo film da regista

ROMA, 08 marzo 2019, 10:01

Francesco Gallo

ANSACheck

La locandina di 'C 'è tempo ' di Walter Veltroni - RIPRODUZIONE RISERVATA

La locandina di  'C 'è tempo ' di Walter Veltroni - RIPRODUZIONE RISERVATA
La locandina di 'C 'è tempo ' di Walter Veltroni - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Quella che propone Walter Veltroni in 'C'è tempo', suo primo film da regista dopo alcuni documentari, è poco più di una favola piena di buoni sentimenti, ma non per questo, a suo modo di vedere, meno rivoluzionaria. "Nel buio dell'oggi i buoni sentimenti sono rivoluzionari - dice oggi il politico-regista -. E poi sono fatto così, non avrei certo potuto fare un film splatter".
    Protagonista del film - in sala in 250 copie con Vision Distribution, pieno zeppo di citazioni del cinema italiano ("ce ne sono almeno cinquanta", spiega Veltroni) - Stefano (Stefano Fresi) quarantenne precario e infantile che vive con la moglie in un paesino di montagna facendo un lavoro bizzarro e poetico: l'osservatore di arcobaleni. Alla morte del padre, mai conosciuto, l'uomo scopre però di avere un fratellastro tredicenne, Giovanni (Giovanni Fuoco), del tutto diverso da lui, anche troppo maturo per la sua età.
    Stefano parte per Roma e accetta la tutela del ragazzo senza troppa passione, ma solo per ricevere una bella cifra promessagli dal notaio. Da qui un lungo viaggio nella mitica Volkswagen Cabrio 1300 dell'esuberante Stefano alla volta di casa. Un viaggio che si allungherà a dismisura anche per l'incontro con la cantante Simona (Simona Molinari), in tour con sua figlia Francesca (Francesca Zezza). Cosa accade tra i due fratellastri durante questo lungo viaggio? Semplice, scopriranno di non essere poi tanto diversi, ma solo due dei tanti colori di un arcobaleno possibile da vivere. "Il tema del film è l'incontro e lo scambio con il diverso, l'altro come capita appunto con l'arcobaleno che fa incontrare tanti colori per poi fonderli", spiega il regista.
    Tutte le citazioni del film (si va dalla padella de 'La grande guerra' all'elmo di 'Brancaleone alle Crociate' fino al cameo finale di Jean Pierre Léaud a Parigi) "sono per me solo un modo di dire grazie a tutti i registi con cui sono cresciuto".
    Sull'elogio di restare bambini, un tema che c'è in tutto il film, spiega Veltroni: "Non ho mai smesso di esserlo e mi fa paura chi dice di averlo fatto. E poi i bambini - aggiunge - non sono affatto fragili come si dice di loro".
    All'indomani delle primarie del Pd, Veltroni parla di "un segnale di luce ed io ho paura del buio che c'è, oggi più che mai, come della perdita di speranza. Quando si vota c'è sempre democrazia, ed è sempre un fatto positivo sia votare che fare opposizione".
    A chi gli chiede, infine, se intende tornare in politica, Veltroni risponde: "Non devo tornare, perché in realtà non sono mai andato via, ci sono tanti modi per fare politica".
    Nel cast del film anche: Sergio Pierattini, Laura Efrikian, Silvia Gallerano, Shi Yang Shi, Max Tortora, Anna Billò e Giovanni Benincasa.
   

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