"In quel caldo pomeriggio, nella
pesante penombra che caratterizzava sempre la sua casa, gli
parlai dei miei numeri e dei miei personaggi. Così lui mi prese
come ospite fisso di Al Paradise, varietà del sabato sera. Lo
spettacolo era il mio ritorno in Italia dopo 5 anni all' estero
e grazie a lui ci tornavo dalla porta principale. Fu
un'esperienza bellissima e ricca di insegnamenti . Nella vita
passano pochi treni delle occasioni fortunate e uno di quelli lo
guidavi tu, grazie Antonello!" A ricordare gli esordi della
carriera artistica in Italia è Arturo Brachetti, artista
poliedrico già conosciuto all'estero negli anni
Settanta/Ottanta ma ancora sconosciuto in Italia, dove fu
lanciato proprio grazie all'intuizione di Antonello Falqui.
"Nel luglio 1984, in T-shirt e pantaloncini suonavo il
campanello di una casa signorile dei Parioli. Ero molto ansioso.
Un signore alto, austero, severo mi venne ad aprire. Era Falqui,
il Regista con la R maiuscola della televisione italiana. Era il
mio idolo fin da bambino, quando vedevo sullo schermo "Studio
Uno, regia di Antonello Falqui" e sognavo di appartenere a quel
mondo". Brachetti era già conosciuto a Parigi per la sua arte di
trasformista, poi nel resto dell'Europa ma non in Italia e
Falqui lo lanciò. Quest'anno tra l'altro, Brachetti festeggia
40 anni dal debutto di Parigi, al Paradin Latin, avvenuto
nell'aprile del 1979. Brachetti era molto legato a Falqui, che
andava sempre a vederlo al Sistina quando era in tour.
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