"Devo ringraziare Amadeus perché il
suo è stato un vero azzardo. Non ne sapevo nulla, tra l'altro
ero anche senza casa discografia. È stata veramente un'apertura
a un altro tipo di musica, di nicchia, e spero continui perché
in questa famiglia dove io abito ci sono artisti meravigliosi
come Joe Barbieri, Sergio Cammariere, Patrizia Laquidara". Così,
Tosca racconta l'invito alla scorsa edizione del Festival di
Sanremo con il brano Ho amato tutto (classificato poi sesto e
premiato con il Bigazzi, mentre le i vinceva la serata delle
Cover con Piazza Grande), intervenendo oggi alla presentazione
del Mei 2020, il più importante Festival della musica
indipendente italiana, dal 2 al 4/10 a Faenza.
"Io - racconta la cantante che al Mei riceverà il premio
Nilla Pizzi proprio come miglior artista in gara al 70/o
Festival di Sanremo ed eseguirà un estratto del suo ultimo tour
- mi pregio di rappresentare la musica di nicchia. Una famiglia
composta di artigiani dell'arte che hanno bisogno di più
attenzione da parte dei media. Forse ci consideriamo i contadini
di questo mestiere, crediamo nella bellezza delle cose e non nei
numeri. E che la bellezza magari può dare numeri. Tutto si può
fare, si possono anche accettare compromessi, ma sapere che si
stanno accettando. Ci sono passata anche io agli inizi della mia
carriera per contratti sbagliati che in qualche maniera mi hanno
deviato, ed è la cosa peggiore che si possa fare alla nuova
generazione. La chiave - prosegue su Sanremo - è la curiosità da
parte di chi ascolta e la lungimiranza da parte della
televisione e della stampa. Per me 'far conoscere' è una
missione. Mi piace il recupero, la ricerca, far conoscere quello
che non va di moda. Se tutti ci impegnassimo a fare questo in
ogni programma, in tv, potrebbe cambiare tutto. Amadeus ha dato
il 'La'. L'augurio - aggiunge - è che questa apertura non sia un
evento sporadico, ma un vero inizio".
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