(di Mauretta Capuano)
Sempre in lotta con la "nemica
mente", Patrizia Cavalli, una delle più grandi poetesse del
nostro tempo, morta oggi a Roma a 75 anni, ci lascia la sua
potente voce che, con diversi registri, ha raccontato le nostre
ossessioni e paure quotidiane, la ferocia e bellezza dell'amore.
Nei suoi versi la Cavalli ha trasformato il privato in
universale e con il suo linguaggio quotidiano e familiare, dove
le misure metriche sono classiche, ma il lessico e la sintassi
sono quelle della lingua contemporanea, ha conquistato diverse
generazioni. Famosa per i suoi recital e performance nei teatri,
aveva esordito nel 1974 con 'Le mie poesie non cambieranno il
mondo', un titolo indimenticabile, che resta impresso nella
memoria, dove scriveva: "Poco di me ricordo/io che a me sempre
ho pensato./Mi scompaio/ come l'oggetto troppo a lungo
guardato./ Ritornerò a dire/ la mia luminosa scomparsa". Poi
erano seguite Il cielo (1981), L'io singolare proprio mio
(1992) riunite successivamente nel volume Poesie (1974-1992).
Nel 1976 era stata inserita in 'Donne in poesia - Antologia
della poesia femminile in Italia dal dopoguerra ad oggi' insieme
ad autrici come Maria Luisa Spaziani, Vivian Lamarque e Amelia
Rosselli.
Nata a Todi nel 1947, poco più che ventenne era approdata a Roma
dove aveva conosciuto Elsa Morante che scoprì il suo talento di
poeta e della quale custodiva la macchina per scrivere che donò
nel 2015 allo Spazio dedicato a Elsa Morante alla Biblioteca
Nazionale di Roma.
Nel 2000 era entrata nella cinquina del Premio Campiello, con
'Passi giapponesi' (Einaudi Supercoralli), il suo unico libro di
prose con potenti immagini e stati d'animo del quale Alfonso
Berardinelli parlò come di una rivelazione. "Sembra che questo
libro di abbagliante virtuosismo letterario sia nato fuori dalla
letteratura, per ubbidire a un solo personale imperativo: 'Devo
capire'" sottolineava Berardinelli. Era infatti ostinato il
desiderio di conoscenza della Cavalli che si arrendeva soltanto
davanti allo stupore e all'evidenza dell'apparizione poetica.
Nel suo ultimo libro, 'Vita meravigliosa', una summa della sua
poetica, pubblicato come gli altri da Einaudi, il suo editore,
nel 2020, si chiedeva: "Cosa non devo fare/per togliermi di
torno/la mia nemica mente:/ostilità perenne/alla felice colpa di
esser quel che sono,/il mio felice niente". Nel libro troviamo
fulminei epigrammi, comici o filosofici, monologhi ipocondriaci,
quasi teatrali, tante poesie d'amore, non prive di ferocia
descrittiva, e un breve poemetto 'Con Elsa in Paradiso'.
Grande appassionata di teatro come testimonia 'Sempre aperto
teatro' (Einaudi 1999), la Cavalli è stata traduttrice di opere
come l'Anfitrione di Molière, Salomè di Oscar Wilde. E poi di
Sogno di una notte d'estate, La tempesta, Otello e La dodicesima
notte riunite nel volume 'Shakespeare in scena' (Nottetempo
2016). La musica, come si sente nei suoi versi, era nelle sue
vene. Dalla collaborazione con la musicista Diana Tejera, era
nato nel 2012 'Al cuore fa bene far le scale', una raccolta con
cd di 11 poesie e canzoni, pubblicata da Voland.
In questo scambio tra musica e poesia le parole inedite
della Cavalli scritte per le musiche della Tejera - fra cui
'Sposa talibana' e 'Mi brucio al fuoco degli altri' - e i brani
originali della Tejera composti per alcune poesie già edite
della Cavalli, come 'Terapia' e 'Amore semplicissimo', si
intrecciano in un inatteso dialogo. Fra le raccolte della
poetessa 'Pigre divinità e pigra sorte', ''Datura' e anche
Flighty Matters', poesie sulla moda in edizione bilingue.
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