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Cecilia Randall, nel fantasy entra sempre più il reale

Cecilia Randall, nel fantasy entra sempre più il reale

Scrittrice a Fiera Ragazzi con il nuovo romanzo che esce 7 marzo

BOLOGNA, 06 marzo 2023, 19:29

(dell'inviata Mauretta Capuano)

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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CECILIA RANDALL, KITSUNE. L'OMBRA DELLA VOLPE (GRIBAUDO FANTASY, PP 333, EURO 16, 90) Ci porta nella terra del Sol Levante dove Chiaro, un ragazzino di 15 anni, biondo, con gli occhi azzurri, pallidissimo, è considerato una creatura a metà strada tra un demone e uno spirito, Cecilia Randall nel suo nuovo romanzo 'Kitsune. L'ombra della volpe'. Un libro speciale, che esce il 7 marzo per Gribaudo e con cui la regina italiana del fantasy è arrivata alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna nel giorno dell'inaugurazione.
    "Tra i primi libri che mi hanno regalato da bambina c'era anche la versione per ragazzi de Il milione di Marco Polo. Che bello, pensavo, è andato in Medioriente, ma perché si è fermato in Cina, non è arrivato in Giappone? Questa domanda è la radice di questa storia che alla fine sono riuscita a mettere sulla carta. E' anche la prima storia che ho disegnato. Ho a casa tre tavole di fumetti fatte da bambina. Il mio sogno era diventare fumettista. La storia è arrivata molto dopo, ma ho sempre avuto in testa l'idea di questo novello Marco Polo che doveva arrivare in Giappone e alla fine ce l'ho fatta. Sono anche andata in Giappone nel 2010" racconta all'ANSA Cecilia Randall che vive a Modena con il marito e il figlio ed è appassionata di mitologia fin da quando era piccola.
    Chiaro viene catturato, riesce a fuggire, salva un cucciolo di volpe, ma non può sottrarsi alle micidiali donne guerriere paragonabili ai samurai. Tutti lo chiamano kitsune e lo temono come una delle leggendarie volpi mutaforma, ma il vero nemico è in un paese dominato dalla legge della spada.
    Perché ha aspettato tanto a scrivere questo libro? "Avevo alcuni semi sparsi, ma non ancora la trama completa. C'è voluto un po' di tempo: il viaggio in Giappone per sbloccare l'ambientazione giusta e concretizzare meglio le idee". In questo romanzo "mi sono confrontata con una narrazione leggermente diversa rispetto al mio solito target young adult.
    Per trovare il tono giusto c'è voluto un po', poi mi sono divertita pazzamente. E' un libro un po' speciale, mi ha aiutato a mettere sulla carta un'avventura che avevo in testa fin da bambina e a sperimentare una voce nuova".
    Potrebbe continuare, diventare una serie? "Spero di sì, ma la parola passa ora ai lettori. E poi un libro può avere un seguito se i personaggi hanno ancora qualcosa da dire".
    Chiaro sta cercando la sua strada come la maggioranza dei quindicenni e il suo posto nel mondo. "Parte da solo e si trova in un mondo in cui è veramente solo. E' fisicamente diverso da tutti gli altri, viene scambiato per una creatura sopranaturale perché da secoli in Giappone nessuno ha mai visto uno come lui, sembra sia venuto da un altro pianeta. Quando comincia a tirare fuori le sue qualità si ricostruisce un mondo intorno a lui. Si guadagna questa vittoria grazie alla sua unicità".
    Il fantasy diventa in questo caso romanzo di formazione? "Spesso nei fantasy per ragazzi accade questo. L'eroe o eroina fantasy nella maggior parte dei casi è un ragazzo o una ragazza che si sente fuori posto, catapultata in un mondo che non capisce cosa voglia da lui o da lei e deve tirare fuori le risorse per affrontarlo e trovare la sua strada. Ma nel fantasy stanno entrando sempre di più temi che troviamo nell'attualità: la guerra, la diversità. Una volta era più legato ai nostri miti e leggende, era più dalla parte del sogno fantastico e adesso sta diventando sempre più reale, ammantato di fantasia ma con un tema reale".
    E come spiega il successo dei manga? "Li seguo da sempre, perché rispondono più di ogni altra cosa a tutto quello che mi piace nei fumetti. I manga venivano chiamati cinema su carta, hanno vignette assolutamente cinematografiche e poi parlano direttamente al cuore. Un mix perfetto per i ragazzi di oggi. E' facile innamorarsi dei manga, perché se ne trova sempre uno che corrisponde alla propria passione personale. Ti può capitare in un manga di avere due tavole consecutive senza parole, c'è solo movimento. Può essere descritto e raccontato visivamente un minuto di silenzio. Adesso c'è stata una contaminazione in entrambi i sensi. Il fumetto occidentale ha in alcuni casi influenzato quello orientale e viceversa" spiega la scrittrice.
   
   

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