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Francesca Cavallo, la politica non dimentichi i bambini

Virus raccontato ai piccoli e pagina Fb per raccogliere diari

 Tre settimane fa Francesca Cavallo ha preso l'ultimo volo possibile da Los Angeles a Roma, dove vive da molti anni, passando ''in un viaggio surreale'' per New York ''dove non c'era nessun controllo, anzi erano infastiditi da chi manteneva le distanze di sicurezza'', ed atterrare a Fiumicino ''dove tutti erano molto rigorosi nel rispettare le norme''.
    Lei, pugliese d'origine, si è rifugiata nella casa romana, in pieno centro, ''per sfuggire al senso di angoscia che mi davano le ultime notizie degli Stati Uniti, la corsa alle armi, la perdita di controllo della situazione come un basso continuo di ansia e terrore che saliva. Dovevo andare via''.
    Dal suo nido in una città deserta, la coautrice delle Ragazze ribelli e la scrittrice della fiaba di Natale ''Elfi al quinto piano'', di altrettanto successo, ha ripreso le redini di quello che non è semplicemente l'esercizio della scrittura per ragazzi, ma un vero 'progetto politico' per la costruzione di un futuro migliore: ''Ora che dovremo affrontare un vero e proprio trauma''.
    Ha così scelto ancora volta una strada originale ed ha creato un racconto per il web che parla dell'oggi, ''Il dottor Li e il virus con in testa una corona'', scaricabile gratuitamente per ora in italiano, francese, spagnolo e tedesco (al link http://bit.ly/undercats), con le belle illustrazioni di Claudia Fandoli. ''Ai ragazzi non bisogna nascondere la realtà - dice in un'intervista all'ANSA - e anche in questo caso mi spaventa molto il fatto che possano convincersi di storie non basate sul vero. Che possano, loro come gli adulti, farsi abbindolare da teorie balzane da chi magari intende far passare politiche autoritarie approfittando della crisi, anche economica''. Ha scelto la storia emblematica del primo medico oculista che ha scoperto il Coronavirus, ''ma che in Cina non è stato creduto, è stato accusato per poi ricevere le scuse del governo, anche se poi nel frattempo si era ammalato ed è morto. Doppiamente vittima, quindi'.
    ''Parlando con i bambini bisogna certo fare distinzioni per età nel condividere le informazioni - spiega - ma il tema coronavirus nella vita familiare va affrontato così come dovrebbero essere anche i governi a farlo, rivolgendosi in modo adeguato a tutte le categorie e le fasce di cui è composta la popolazione, compresi i bambini. Ad esempio la premier norvegese ha fatto una conferenza stampa sulle misure per il Covid proprio dedicata ai bambini e rispondendo alle loro domande. Non si può parlare alla Nazione come fosse un'unità indistinta, come fosse un solo uomo quando invece è fatta di molte persone diverse che vanno tenute insieme''. Soprattutto, ne è convinta Francesca Cavallo, ''in un momento come questo in cui la crisi economica può rafforzare le differenze e non si può lasciare che i bambini, quelli più disagiati, vivano stati di abbandono. Anche la scuola digitale è fatta per chi ha gli strumenti per riceverla, chi non li ha rischia di rimanere ancora più indietro. A scuola i ragazzi vivono momenti di uguaglianza che a casa non vivono''.
    ''Il mio lavoro è sempre politico - spiega - perché i media si rivolgono ai bambini con enormi tabù, raccontando sempre storie che mettono nel cono d'ombra questioni come ad esempio l'omosessualità, o la parità di genere. Tutto il mio lavoro, i miei libri, sono costruiti per creare un'agenda valoriale progressista''. Su questi giorni vissuti in lockdown, invece, Francesca ha le idee meno chiare, ''no, non scrivo un diario anche se ho lanciato un progetto su Facebook dedicato alla condivisione di diari della quarantena, per capire le esperienze degli altri e aprire un confronto, per coltivare un senso di empatia che in questo momento credo serva moltissimo''. Quanto all'ipotetica Fase 2, boccia l'idea della riapertura immediata delle librerie: ''Per quanto io sia, ovviamente, come scrittrice una grande sostenitrice del libro, trovo che non sia il momento e non sia il modo giusto di promuovere iniziative di incremento della lettura che non sono state fatte prima. E' un gesto retorico''. Ma al futuro guarda comunque con lucidità ed ottimismo: ''Ci saranno dei grandi cambiamenti, si apriranno tanti spazi nuovi che non c'erano, e credo che molte donne faranno un passo avanti per occuparli. E' una diversa energia che ci è necessaria, che non si può accantonare. Le donne devono fare questo passo avanti con audacia, e se serve anche prepotenza, per aprire spazi che sono rimasti finora serrati''.
    (ANSA).
   

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