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Paul Auster, l'America è in pericolo

Paul Auster, l'America è in pericolo

"Trump potrebbe dichiararsi vincitore anche se non lo è"

MANTOVA, 15 settembre 2020, 10:15

dell'inviata Mauretta Capuano

ANSACheck

Lo scrittore Paul Auster in un 'immagine di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo scrittore Paul Auster in un 'immagine di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lo scrittore Paul Auster in un 'immagine di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

MANTOVA - "Il momento che stiamo affrontando è terribile e urgente, perché mancano solo due mesi alle elezioni. Sono entrato a far parte di un nuovo gruppo che si chiama Writers Against Trump e stiamo facendo tutto il possibile per convincere la gente ad andare a votare, soprattutto i giovani che non votano di solito perché scontenti dei candidati democratici che non considerano abbastanza progressisti". Lo ha detto Paul Auster in diretta streaming con Peter Florence in una delle 'Interviste impossibili' del Festival Letteratura di Mantova che chiude con il grande scrittore americano.

Writers Against Trump "in dieci giorni è arrivato a 1.100 scrittori di ogni età etnia e genere letterario. Ci sono anche scrittori di canzoni, chiunque scriva può entrare a farne parte. Con l'aiuto di alcuni giovani, tra cui mia figlia, siamo anche online. In www.writersagainsttrump.org si possono scoprire tutti i nostri progetti. Proprio l'altro giorno ho fatto una diretta su Instagram con persone che guardavano e facevano domande" ha raccontato lo scrittore americano. "Stiamo lavorando da ogni angolazione possibile. Al momento ci stiamo concentrando sul far votare i più giovani. Ci stiamo preparando anche al caos post 3 novembre che sembra inevitabile negli Stati Uniti. Se l'elezione non avrà un esito certo per via delle schede elettorali inviate per posta, c'è la seria possibilità che Trump e i Repubblicani dichiarino vittoria anche se non avranno vinto. Oppure potrebbe vincere Biden, ma Trump potrebbe rifiutarsi di riconoscere i risultati e lasciare l'incarico" ha spiegato preoccupato Paul Auster. "Questo non è mai accaduto negli Stati Uniti. Siamo stati un Paese afflitto dai problemi, ma abbiamo sempre seguito i protocolli e le leggi. Da oltre 200 anni il potere è transitato pacificamente. Ogni volta che è stato eletto un nuovo presidente gli elettori e la fazione opposta accettano l'esito e si va avanti pacificamente. Ma questa volta è tutto molto incerto" afferma. E ha aggiunto: "Credo una cosa: l'intero esperimento americano è in pericolo in questo momento. Stiamo correndo il rischio di vedere questa democrazia imperfetta evolversi in una forma di governo autoritario. Una volta accaduto, non so se riusciremo mai a tornare all'esperimento americano. Sarà finita. Per questo tutti noi stiamo lavorando per cercare di fare quel poco che possiamo. Ci sono centinaia di gruppi in tutta America che fanno quel che possono. Vedremo se sarà sufficiente. Non ne ho idea" ha detto lo scrittore.

"In questo momento io e Siri pensiamo che non possiamo restare fermi a guardare e sentirci infelici per tutto senza fare qualcosa. Lo stiamo facendo come scrittori perché scriviamo e presentiamo dichiarazioni, ma soprattutto come cittadini che sono disperatamente preoccupati per quello che stiamo vivendo" ha sottolineato facendo riferimento anche alla moglie, la scrittrice Siri Hustvedt. Nella diretta streaming a Mantova lo scrittore ha parlato anche del suo prossimo libro. "Non è un romanzo. E' un libro sulla vita e sulle opere di Stephen Crane, lo scrittore americano di cui mi sono interessato molto. Dopo '4 3 2 1' leggevo un sacco di libri, volevo fare una pausa dalla scrittura. Ho ricominciato a leggere Crane che non leggevo dai tempi della scuola e mi sono reso conto di quanto fosse ricco e grande. Poi ho letto la sua vita, una delle più avventurose, folli e imprevedibili che si possano immaginare e ho pensato che mi sarebbe piaciuto scrivere un libro su Crane. Qualcosa di breve, 200 pagine o giù di lì. Bene, il manoscritto è di 1000 pagine. E' enorme" ha raccontato lo scrittore. "Cosa mi ha spinto a passare tutto questo tempo a scrivere di questo giovane che morì a 28 anni nel XIX secolo?", si è chiesto Paul Auster. "A un certo punto mi sono reso conto che Crane è l'incarnazione vivente del giovane che cercavo di rappresentare nel mio romanzo".

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