(di Mauretta Capuano)
"Stiamo vivendo un momento in cui
tutto smette di avere senso. Il ventunesimo secolo sarà
disforico". Ci scommette il filosofo e curatore d'arte spagnolo
Paul B. Preciado, l'autore di 'Manifesto controsessuale' che si
considera una persona non binaria, un dissidente del sistema
sesso-genere. E non a caso il suo prossimo libro, da poco uscito
in Spagna e Francia, si chiama 'Dysphoria Mundi' e sarà
pubblicato in Italia da Fandango nell'aprile 2023, come tutte le
altre sue opere.
"Il libro parte da un'analisi di come tutto il binarismo della
modernità: maschile-femminile, eterosessuale-omosessuale,
animale-umano, organico-inorganico, vivo-morto stia esplodendo.
Dysphoria mundi è il momento in cui questa articolazione
binaria smette di avere senso" dice all'ANSA Preciado al suo
arrivo a 'Più libri più liberi', la fiera della piccola e media
editoria alla Nuvola a Roma di cui è atteso protagonista la sera
del giorno d'inaugurazione.
Sicuramente succede a tutti di dire varie volte al giorno
'questo non ha senso', 'la famiglia non ha senso', 'il mio
lavoro non ha senso', 'la sicurezza sociale non ha senso',
'l'ospedale non funziona'. La reazione può essere il rifugiarsi
nelle passioni tristi o aggrapparsi a un regime patriarcale
coloniale esasperato: più mascolinità, più famiglia, che è
quello che fa l'estrema destra. Collettivamente dovremmo
renderci conto che stiamo attraversando una rivoluzione e
possiamo cambiare questi binari che hanno prodotto violenza e
dolore" sottolinea Preciado che attualmente è filosofo associato
al Centre Georges Pompidou a Parigi.
Ed ecco allora che "il migrante è disforico perchè attraversa la
frontiera, le donne anziane che non possono riprodurre diventano
disforiche perchè sono fuori dal mercato eterosessuale. "Le
nozioni come omosessualità sono obsolete, sono del XIX secolo"
spiega. Ma cos'è la disforia? "I filosofi Deleuze e Guatari
dicevano che il XIX secolo era isterico. Tutti sappiamo ora che
l'isteria non esiste, ma all'epoca è stata cruciale per
costruire una forma di soggettività basata sul controllo del
corpo delle donne come luogo di riproduzione sessuale. E la
schizofrenia nel secolo XX secolo, allo stesso modo è stata
usata per costruire un nuovo tipo di soggettività su un corpo
che rifiutava la socialità normale. La disforia va a toccare le
questioni della frontiera, l'identità nazionale, il corpo delle
donne come corpo riproduttivo, la sovranità della mascolanità.
La disforia è la psichiatrizzazione della critica a questo
sistema binario" dice il filosofo, esperto di teroria queer e
studi di genere. La disforia è dunque una forma di dolore
psicologico.
"Cosa facciamo con il dolore che il patriarcato coloniale ha
creato? Da qui viene la disforia. Con la trasformazione della
psichiatria e l'ingresso della farmacologia come possibile
terapia, il trattamento del dolore psichico e tutte le vecchie
infermità mentali diventano disforia" spiega. Nel primo capitolo
del nuovo libro, Preciado pubblica la diagnosi di disforia di
genere che gli è stata fatta da un dottore. "In un sistema in
cui ci sono due generi, due sessi, se ne lasci uno devi avere
l'altro se no non puoi avere un passaporto. La disforia di
genere riguarda quelle persone a cui viene assegnato un sesso
alla nascita che però si sentono di un sesso diverso. La
disforia è la resistenza alla normalizzazione del genere della
sessualità. La mia ipotesi come filosofo è che la disforia non
esiste come infermità mentale, ma come condizione politica ed
epistemica" incalza. Da una parte dunque ci dovremmo quasi
adeguare al discorso apocalittico che si sta facendo, siamo in
una delle fasi terminali del capitalismo cibernetico,
dell'antropocene, ma avverte il filosofo "il discorso dominante
cattura la forza del desiderio e la trasforma in passione triste
attraverso il patriarcato. E quindi appare questa soggettività
depressiva nella quale tutte le delusioni politiche sono
diventate deprimenti e psicologizzate, ridotte a un problema
individuale o alla logica identitaria. Siamo difronte a un
processo di cambio epistemologico importantissimo, come non
accadeva dagli ultimi 5 secoli, di una profondità e radicalità
incredibile" dice Preciado che non si fa mai fotografare e sta
lontano dai social.
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