Scrivere per "vendicare la mia
razza", per "vendicare il mio sesso": lo ha detto la scrittrice
Premio Nobel della Letteratura, Annie Ernaux, in occasione della
consegna del prestigioso riconoscimento a Stoccolma. "Da
dove incominciare?", ha esordito nel discorso di accettazione
del premio. Ha poi citato una frase tratta dal proprio diario
personale di sessant'anni fa. "Scriverò per vendicare la mia
razza". Una frase, ha precisato, che riecheggiava in qualche
modo la citazione del grande poeta francese, Arthur Rimbaud:
"Sono di una razza inferiore da tutta l'eternità". All'epoca,
ha continuato la scrittrice di 82 anni dinanzi all'Accademia
svedese, "avevo 22 anni. Studentessa di lettere in una facoltà
di provincia, tra femmine e maschi in larga parte della
borghesia locale. Pensavo orgogliosamente e ingenuamente che
scrivere dei libri, diventare, scrittore, al termine di una
stirpe di contadini senza terra, di operai e di piccoli
commercianti, di gente disprezzata per i loro modi, il loro
accento, la loro ignoranza, sarebbe bastato a riparare
l'ingiustizia sociale della nascita. Che una vittoria
individuale potesse cancellare secoli di dominazione e povertà".
Più in là nel suo discorso, Ernaux ha poi aggiunto di
aver successivamente voluto "agganciare" la narrazione di questa
"ferita sociale" alla situazione che si era trovata a vivere da
studentessa, quando "lo Stato francese condannava ancora le
donne, il ricorso all'aborto clandestino". "Volevo descrivere
tutto ciò che era successo al mio corpo di bambina, la scoperta
del piacere, le mestruazioni". Di qui la scoperta del suo campo
letterario, "al tempo stesso sociale e femminista. Vendicare la
mia razza e il mio sesso sarebbero diventati una cosa sola", ha
continuato, definendo la letteratura come "un luogo di
emancipazione". Intervistata ieri dalla France Presse,
Ernaux aveva detto che il Nobel è un'istituzione "per uomini".
"Si manifesta attraverso il gusto di una tradizione, nei
costumi. Mi sembra che il legame con la tradizione sia forse più
mascolino, in fondo ci si trasmette il potere così".
Nel mondo attuale, dove la molteplicità delle fonti di
informazione, la rapidità di sostituzione di immagini con altre
immagini, inducono ad una certa indifferenza, concentrarsi sulla
propria arte è una tentazione. Ma, al tempo stesso, esiste in
Europa, ancora nascosta dalla violenza di una guerra
imperialista condotta da un dittatore alla guida della Russia,
l'affermarsi di una ideologia di ripiegamento e di chiusura, che
si sparge e guadagna continuamente terreno in Paesi fin qui
democratici", ha sottolineato ancora. "Fondata sull'esclusione
degli stranieri e degli immigrati, l'abbandono di chi è
economicamente debole, sulla sorveglianza del corpo delle donne,
impone, alla sottoscritta, come a tutti coloro per cui il valore
di un essere umano è lo stesso, ovunque e dappertutto, un dovere
di estrema vigilanza".
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