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"L'amica", esce dopo 45 anni un inedito di Mario La Cava

"L'amica", esce dopo 45 anni un inedito di Mario La Cava

Edito da Castelvecchi. Ambientato in paese Calabria in anni '30

CATANZARO, 13 agosto 2022, 16:49

Redazione ANSA

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(di Clemente Angotti) MARIO LA CAVA 'L'AMICA' (CASTELVECCHI, PAGINE 169, EURO 18,50) E' stato scritto tra il settembre del 1975 e l'aprile del 1977, ma per tutta una serie di circostanze da allora ad oggi non ha mai visto la luce: s'intitola "L'amica" il romanzo inedito di Mario La Cava, edito da Castelvecchi, che esce postumo a più di 45 anni di distanza. A 34 anni dalla scomparsa dello scrittore e giornalista, ma anche drammaturgo e saggista, visceralmente legato alla sua Bovalino e alla Calabria, il panorama letterario si arricchisce di una sua nuova opera letteraria.
    Un testo di grande forza narrativa che, nel solco dell'autore calabrese, saldamente legato al suo territorio che lasciò solo per ragioni di studio facendovi ritorno per rimanervi una volta laureato, si aggiunge, da capolavoro, a capolavori come "Caratteri", "I fatti di Casignana", "Il matrimonio di Caterina", "Le memorie del vecchio maresciallo", Mimì Cafiero" e tanti altri tra romanzi, racconti e articoli. "L'amica", ambientato in un paesino della Calabria degli anni '30, racconta la storia di una giovane donna, Giuditta, e del marito Pietrino, uno spiantato che la ragazza sposa nonostante l'opposizione del padre, che è dovuto emigrare in Argentina per cercare fortuna. La vita dei due e dei loro tre figli, in ossequio all'ideologia di regime, subisce però uno scossone all'arrivo di un'altra coppia proveniente dal nord Italia di idee e consuetudini diametralmente opposte: Milone, operaio antifascista, e la moglie Olga. E sono le due figure femminili, Olga e Giuditta, ad emergere con forza dalle pagine del romanzo.
    La Cava, che fu legato da forte amicizia con Leonardo Sciascia, testimoniata da una fitta corrispondenza, riesce, infatti, a definire con precisione e nitidezza fatti e personaggi, malgrado la loro complessità, in un contesto nel quale prende forma - riporta un passo della presentazione del volume - "uno spaccato della decadenza morale in epoca fascista, un intreccio di sincerità e di bieco cinismo, l'affresco di un Paese costretto a voltare pagina all'improvviso". Si sviluppa così un intreccio di tentazioni, vendette e di prevaricazioni all'interno della piccola comunità. Di pagina in pagina, il lettore è comunque accompagnato da una scrittura senza fronzoli che, però, affascina e seduce. Il testo viene dato alle stampe oggi nella forma in cui è stato trasmesso agli eredi e nessun intervento è stato fatto, come spiega l'editore in una nota, se non per dettagli minimi e solo dove indispensabile, nel rispetto dello stile dell'autore e della sua memoria. Tornano in questa sua opera i temi dell'osservazione partecipata delle piccole comunità e dell'antifascismo, elementi alla base della narrativa di La Cava, che fu anche giornalista, critico letterario e commediografo. Narrativa caratterizzata da una forte impronta sociale e politica.
    La scoperta di questo inedito è anche il frutto del lavoro di Domenico Calabria, genero dello scrittore e instancabile animatore, a Bovalino, di un "Caffè letterario" dedicato all'autore e a cui si deve l'organizzazione di un premio letterario che si è ritagliato negli anni uno spazio di rilievo tra gli appuntamenti culturali del Paese.
   

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