(di Mauretta Capuano)
ALESSANDRO BARBERO, INVENTARE I LIBRI
(GIUNTI, PP 528, EURO 20,00)
L'avventura di Filippo e Lucantonio Giunti, i due "ragazzi di
periferia" che sarebbero diventati i pionieri dell'editoria
moderna, diventa un appassionante viaggio nel mondo in cui sono
nati i libri come ancora li leggiamo nel saggio di Alessandro
Barbero, 'Inventare i libri', pubblicato da Giunti nella collana
I Fondamenti. Dei due fratelli, fondatori di due tra le prime e
più innovative imprese editoriali della storia, Filippo a
Firenze e Lucantonio a Venezia, Barbero ricostruisce il
percorso, la dinastia a cui danno vita, la rivoluzione di cui
sono protagonisti, colmando le lacune che finora hanno
accompagnato la loro storia. Filippo apprende la tecnica della
fusione dei caratteri mobili alla bottega di un grande artista
come il Pollaiuolo. E Lucantonio pubblica il primo libro,
'L'Imitazione di Cristo', tuttora presente nel catalogo Giunti,
nel 1489, sei anni prima che Aldo Manuzio, che diventerà il
rivale e rappresenterà la concorrenza, dia avvio alla sua
attività. All'epoca Lucantonio ha 32 anni, non pochi allora, e
"forse non sa ancora che con questa novità il suo destino sta
per cambiare radicalmente" racconta Barbero. Attribuita in
quegli anni a Jean Gerson, cancelliere dell'Università di
Parigi, mentre oggi si tende a ritenere più verosimile
l'attribuzione al monaco tedesco Thomas à Kempis, o Thomas von
Kempen, 'L'Imitazione di Cristo', spiega Barbero, "è stata
definita 'un successo editoriale a livello europeo", e pare che
sia il libro più stampato dopo la Bibbia. Anche se l'opera fu
composta all'inizio del Quattrocento, poco prima, cioè,
dell'invenzione di Gutenberg, sono arrivati fino a noi qualcosa
come 800 manoscritti anteriori alla fine del secolo, un ordine
di grandezza di autentico bestseller, e i primi stampatori non
se lo fecero sfuggire".
In 'Inventare i libri' anche 'Il caso Machiavelli. 1530-1537'
con gli strascichi e le polemiche per l'edizione de 'Discorsi
sopra la prima decade di Tito Livio' del Machiavelli fra lo
stampatore romano Antonio Blado, che aveva battuto la
concorrenza sul tempo, e Bernardo Giunti. Entrambi "pretendevano
di aver utilizzato manoscritti autografi dell'opera".
Nati in una modestissima famiglia di pannaiuoli, Filippo e
Lucantonio erano cresciuti in un mondo dove i "cartolai" erano
iscritti all'Arte degli Speziali perché si occupavano di "carte
di papiro, o pecorine, libri di carte bambagine o di capretto",
ma avevano intuito le formidabili potenzialità della nuova arte
della stampa e diventarono tipografi, editori e intraprendenti
commercianti di libri tra la Serenissima, Firenze, la Francia e
la Spagna. "All'inizio del Cinquecento l'attività procede a
tutto vapore, i torchi gemono e innumerevoli risme di carta
vengono trasformate ogni mese in libri stampati… 'I Giunti' sono
una realtà, un marchio di qualità a cui non si può rinunciare"
racconta lo storico e scrittore. Entriamo così nell'avventura
della fusione dei caratteri mobili, della scelta dei primi
bestseller, della creazione di una vasta rete commerciale per
diffondere i libri e dell'invenzione di un nuovo mercato fatto
di carta e di idee. Nel 1485 ser Bernardo Machiavelli annota nel
suo libro di ricordi di aver comprato "da Filippo di Giunta,
librario del popolo di Santa Lucia d'Ognisanti" due volumi, uno
di diritto e uno di storia: su quest'ultimo, conservato presso
la Biblioteca Nazionale di Firenze, possiamo tuttora leggere le
annotazioni di suo figlio, Niccolò Machiavelli. Quattro anni
dopo, a stipulare il contratto di affitto della nuova bottega
del "librario" Filippo Giunti è il notaio Piero da Vinci, padre
di Leonardo.
Con la storia della formidabile intuizione e impresa dei "due
ragazzi di periferia", in cui non mancano anche litigi e
processi con la concorrenza, i soci ma anche con i familiari,
Barbero ci restituisce l'affresco di un'epoca straordinaria.
Anni in cui, nonostante guerre e pestilenze, i più grandi
artisti del Rinascimento hanno dato vita a opere immortali e i
libri stampati hanno salvato dall'oblio i classici greci e
latini e soprattutto in cui sono state poste le fondamenta del
mondo che conosciamo.
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