Paolo Petroni
Georges Perec per Italo Calvino era
''uno degli scrittori più significativi degli ultimi decenni e
una delle personalità letterarie più speciali al mondo, tale da
non assomigliare assolutamente a nessuno''. Ed è il suo
capolavoro ''La vita istruzioni per l'uso'' in Italia edito da
Rizzoli (Bur, pp. 580 - 11,00 euro - Traduzione di Daniella
Selvatico estense), che dal 15 gennaio, due attori, Manuela
Kustermann e Alkis Zanis, leggeranno in diretta streaming a
cadenza bisettimanale, il venerdì alle 21 e il sabato alle 19
sulla piattaforma Zoom in visione gratuita, collegandosi col
Teatro del Vascello all'indirizzo https://zoom.us/j/8371827431
(ID riunione 837 182 7431).
Un libro molto indicato - per la Kustermann - da leggere a
puntate senza che l'ascoltatore perda il filo tra un
appuntamento e l'altro''. E' la storia in 99 capitoli di un
vecchio palazzo parigino in Rue Simon-Crubellier, una via
immaginaria, di cui vengono messe a nudo le storie dei suoi
abitanti, che si intrecciano tra un appartamento e l'altro,
ricostruendone gli oggetti, le azioni, i ricordi, le sensazioni,
le fantasticherie.
''E' dalle lezioni di Roland Barthes che mi viene il modo di
guardare le cose di sguincio - ha spiegato una volta lo
scrittore francese, morto improvvisamente a 46 anni nel 1982 -
di stare, con l'occhio, non al centro, ma da una parte, per
vedere il mondo venir fuori un po' di traverso: è così che tutto
ci si mostra con gran rilievo''. Ed è con quest'ottica che
osserva la vita, passata e presente, di quel palazzo, le cui
stanze ''si agganciano una alle altre con la tecnica di un
puzzle'', partendo dall'immaginare ''uno stabile cui è stata
tolta la facciata così che, dal pianterreno alle soffitte tutti
i locali che si trovano nella parte anteriore dell'edificio
siano subito e come simultaneamente visibili''. Si tratta di un
palazzo di 10 piani con 10 stanze per piano, a formare un
''biquadrato" di 100 elementi e il racconto procede tra le
stanze seguendo il movimento a L del cavallo negli scacchi e
tocca così tutte le stanze, tranne una: i capitoli del libro
sono infatti novantanove, non cento.
Scorrono così davanti al lettore-ascoltatore migliaia di
personaggi che, al contrario che in altre narrazioni di Perec
dove non hanno identità e sono presentati solo con un pronome,
qui hanno tutti un nome, ma sono talmente tanti che si
annullano, scompaiono come individui. Solo tre di loro
conosciamo meglio: Percival Bratlebooth, un eccentrico pittore
di acquerelli che è andato in giro per il mondo realizzandone
500 e chiede all'artigiano Gaspard Winckler di incollarli su
legno per trasformarli in complicati puzzle, che alla fine lui
cercherà di ricomporre e rispedire dove sono stati dipinti
perché vengano distrutti, morendo prima di riuscire a farlo con
tutti. Ad avergli insegnato l'arte dell'acquerello è il pittore
Serge Valène, che si è prefisso, da parte sua, di dipingere il
palazzo senza la facciata e con la vita che si svolge in ogni
stanza, proprio come il romanzo di Perec.
Insomma un gioco di tessere da comporre e di specchi, che ben
coinvolge un ascoltatore di queste 99 letture, che il Teatro
Vascello e la sua compagnia La Fabbrica dell'Attore, ''in una
sorta di resilienza a oltranza dettata dallo stato attuale in
cui versa l'Italia e il mondo intero a causa della pandemia di
Covid 19'', hanno deciso di realizzare come ''una sorprendente e
speriamo avvincente maratona''. L'iniziativa vedrà Alkis Zanis,
attore di lungo corso che collabora col Vascello dall'ultima
regia di Memè Perlini per 'I Menecmi'' del 2011, affiancare la
curatrice e direttrice artistica del Teatro, Manuela Kustermann,
per la quale: ''L'idea di proporre al pubblico una maratona
letteraria al momento ci è sembrata l'unica alternativa valida
in attesa di ritornare a vedere gli spettacoli teatrali in
presenza, una scelta dettata anche dalla necessità di garantire
continuità lavorativa al nucleo fondante e gestionale del
Teatro, ma anche un modo di tenere acceso un legame con il
proprio pubblico, crediamo anch'esso come noi disorientato da
questo terribile momento e che tiene a freno la voglia di uscire
liberamente, di ritrovarsi con gli altri e condividere la grande
emozione di un spettacolo in presenza, dal vivo, con tutto il
coinvolgimento che questo implica''.
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