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Costanzo, i suoi memorabili Anni Novanta

Costanzo, i suoi memorabili Anni Novanta

L'amore e il matrimonio con la De Filippi e l'attentato

ROMA, 13 novembre 2018, 17:09

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Gli anni Novanta, quelli dell'amore e del matrimonio con Maria De Filippi e dell'attentato di Cosa Nostra. Maurizio Costanzo li rievoca con lucida nostalgia nel suo nuovo libro 'Il tritolo e le rose' (pp 132, euro 18), che arriva in libreria il 13 novembre per Mondadori. "Non è vero che gli anni sono tutti uguali. Nella mia vita i Novanta sono stati speciali, anni di tritolo e di rose. Di assurdi boati e di bellissimi fuochi d'artificio" dice Costanzo.
    Sempre così restio a parlare della vita privata, Costanzo scrive con sincerità dell'amore per Maria, rivela i dettagli del loro primo incontro a Venezia (freddino) o il motivo per cui, grazie alle imperscrutabili trame del destino, lei accetta di spostarsi da Pavia a Roma e di lavorare in tv invece che nelle aule di tribunale. E ricorda quel 14 maggio del 1993: se l'attentato di Cosa Nostra fosse andato a segno "la mia vita sarebbe saltata in aria e io non avrei potuto sposare la donna che amavo: Maria" racconta, sempre nel suo stile asciutto e ironico. Accanto a quello privato, nel libro c'è anche il Costanzo protagonista e testimone privilegiato della vita pubblica degli anni Novanta: dai Muri che crollano a Berlino fino ai grattacieli che si sbriciolano colpiti da voli dirottati nel cuore di New York. Ci sono la discesa in campo di Berlusconi, le stragi di mafia, Tangentopoli. E ancora l'addio ai gettoni in favore del telefonino, la tv e suoi tormentoni, la globalizzazione, i blog, la rete, le prime serie televisive, la pecora Dolly, l'Aids, il Telesogno e le personalità come Carmelo Bene, Francesco Totti, Enzo Tortora, Federico Fellini e Fiorello, la musica di Franco Bracardi e Demo Morselli, le risate di Enzo Iacchetti e di Ricky Memphis, le denunce di Falcone e Borsellino, l'estro polemico di Vittorio Sgarbi, e tanti altri momenti raccontati da chi per mezzo secolo ogni sera ha fatto alzare il sipario sull'Italia.
   

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