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Le proteste a Hong Kong nel film bandito dalla Cina

Le proteste a Hong Kong nel film bandito dalla Cina

Revolution of our times racconta la repressione del 2019

ROMA, 25 giugno 2022, 20:23

di Alessandra Magliaro

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Cosa accade nell'ex colonia britannica di Hong Kong tornata sotto il controllo cinese 25 anni fa? Il movimento prevalentemente giovanile, colorato, sceso in piazza con l'obiettivo di ottenere una maggiore democrazia è stato duramente represso. Un documentario potente e coraggioso racconta i giorni in cui gli studenti (e non solo loro) protestando circondarono il parlamento per bloccare l'approvazione della legge sull'estradizione verso la Cina, tornando a lottare per la democrazia, come cinque anni prima aveva provato a fare il movimento di Occupy Central, quello della rivoluzione degli ombrelli. E' REVOLUTION OF OUR TIMES, visto a Cannes nel 2021, arrivato quasi clandestinamente, bandito in Cina, e che ora esce in sala in Italia dal 30 giugno, in occasione del 25mo anniversario del ritorno di Hong Kong alla Cina. Il regista è il 43enne di Hong Kong Kiwi Chow, autore tra l'altro, insieme ad altri del cult pluripremiato Ten Years. Mentre si supponeva che al territorio fosse stato concesso un "alto grado di autonomia" per un periodo di 50 anni e che avrebbe operato secondo il "principio di un paese-due sistemi", negli ultimi anni e' stata introdotta la "giurisdizione globale" della Cina e applicata, come e' noto, in modo intransigente. Nel film c'e' il pugno di ferro contro il movimento democratico, nonostante il forte sostegno popolare che ha portato in strada due milioni di persone, quasi il 30% della popolazione della citta'. Kiwi Chow documenta l'inizio della battaglia, 15 marzo 2019, un mese dopo la proposta di legge governativa sull'estradizione, una legge che di fatto spezzerebbe la linea di autonomia tra i due sistemi giuridici. Di quella gigantesca rivolta popolare che culminerà nel lungo assedio al Politecnico e finirà per coinvolgere due milioni di persone, soprattutto giovani e giovanissimi, arrivano da Revolution of our times le testimonianze dirette dei protagonisti e le incredibili immagini riprese durante i cortei e le manifestazioni. Mentre la protesta era in corso, con il mondo distratto dalla pandemia, l'approvazione della legge sulla sicurezza nazionale, che di fatto limita varie libertà civili a Hong Kong e imposto pene durissime per chi contesta il governo della città e l'autorità cinese, ha messo la parola fine a tutto, con gli attivisti silenziati, le intimidazioni e gli arresti che continuano ancora oggi nel silenzio generale. A cominciare da quelle del giovanissimo leader Joshua Wong, protagonista delle proteste del 2014 e poi del 2019, oggi in carcere come molti altri studenti. Revolution of Our Times mostra i fatti dall'interno, compresi i due gruppi, quello non violento e il loro opposto, i Valiant. Ci fa sentire - e capire - quanto sia forte il senso di appartenenza degli hongkonghesi per Hong Kong, ancora lontana dal proprio sogno di libertà 25 anni dopo l'handover che l'ha restituita alla Cina. Kiwi Chow durante le riprese è stato colpito da un proiettile di plastica alla testa. "Ho controllato il mio elmetto, che era ancora a posto, così ho continuato a filmare... Siamo stati tutti profondamente feriti da ciò che abbiamo passato negli ultimi tre anni, ma credo che i nostri legami reciproci non siano mai stati così forti e la nostra volontà di resistere al regime non sia mai stata così alta. Abbiamo tutti un nuovo senso di unità grazie a quello che abbiamo passato insieme. Perciò dico: "siate come il sangue", perché siamo una sola persona, una sola famiglia, una sola comunità".  

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